Da Economia Fondiaria no. 4/2014

In genere quando ci si confronta con il termine RIFORMA uno è portato a credere ad un profondo cambiamento istituzionale se non addirittura religioso. Niente di tutto ciò. Nel linguaggio corrente adottato negli ultimi anni riformare vuol dire modificare il prelievo fiscale. Con l’ultima riforma, quella proposta dal Consigliere Federale Merz, si introdusse una tassazione alleggerita dei dividendi a condizione che si riferissero ad azionisti coinvolti nell’azienda. Un modo per premiare l’imprenditore considerandolo socio attivo e non passivo. Giusto sempre ricordare che una persona giuridica è tassata due volte, la prima quando genera utile e la seconda quando lo distribuisce all’azionista (il proprietario). Nel caso che l’azionista non lo dichiarasse si beccherebbe una bella imposta preventiva del 35%, una delle più alte del mondo. Questo alleggerimento a livello nazionale aprì la porta ad alleggerimenti cantonali nell’ambito della sana competizione che premia coloro che hanno i conti a posto. Come ogni riforma vi sono sempre delle sfumature come quella della scelta adottata da alcuni dirigenti-azionisti di farsi pagare in dividendi evitando così di alimentare l’AVS. Una reazione marginale che va comunque sottolineata. Per quanto riguarda i conteggi globali sembra che questa riforma abbia lasciato il segno impoverendo le casse pubbliche. Per essere precisi bisognerebbe però considerare anche tutti gli aspetti di natura macroeconomica. Non da ultimo la consolidata abitudine del politico di spianare il disponibile. Ora come tutti sappiamo le ganasce di chi ci attornia stanno stringendo sempre di più. Non solo ci costringono ad abbandonare il segreto bancario ma anche quello della tassazione privilegiata, pronti persino a censurare l’autonomia dei Cantoni in campo fiscale. A questi signori dà fastidio che si tassino con aliquote agevolate le società che in parte generano l’utile operativo al di fuori della Svizzera, in poche parole nel loro territorio. Sono le famose società a tassazione privilegiata che rappresentano, oltre al loro indotto, un introito di diversi miliardi per l’erario. Per noi Ticinesi un puntello formidabile che con la tassazione dei globalisti ci ha permesso di sostenere una rete sociale generosa, di investire nella formazione, nelle infrastrutture e nei servizi.


Cosa chiede chi ci attornia? Abolite queste tassazioni privilegiate e tassate queste aziende con la tassazione ordinaria, come quelle che applicate alle vostre aziende. Ed allora noi, per non perderle, saremo costretti a scendere con le tassazioni ordinarie. Saranno contente le aziende indigene e meno quelle a tassazione privilegiata. Di certo all’erario mancheranno dei mezzi finanziari che andranno ad aggiungersi a quelli che si sono persi, sempre che sia poi vero, con la riforma precedente. Allo studio abbiamo quindi la RIFORMA III, quella che dovrebbe salvare capra e cavoli sempre che chi ci attornia si dichiarasse soddisfatto. Cosa propone la RIFORMA III? Scendiamo con le tassazioni delle persone giuridiche, cerchiamo di inventarci una tassazione più leggera per le idee (Lizenz Box) e tamponiamo in una qualche maniera la diminuzione delle entrate con delle compensazioni, con un maggior rigore nelle spese e con l’introduzione di una tassazione degli utili in capitale (guadagni in borsa o plusvalenze della sostanza). Cadrebbe così l’ultimo baluardo elevetico! Di certo ci sarà il solito battimano di qualche sfasciacarrozze che accompagnerà lo svilimento generale delle autonomie cantonali. Intendiamoci, è solo una proposta, ma ci fa capire che siamo alla canna del gas.
E noi come ce la passeremo? È indubbio che questa modifica ci colpirebbe tre volte. Mancheranno disponibilità finanziarie, graffierebbe l’unica portiera rimasta della piazza finanziaria e ci esporrà al giudizio critico dei Cantoni e della Confederazione chiamati alla compensazione/perequazione. La posizione di noi ticinesi è ancora più grave, non solo perché abituati a questi festini, ma perché strutturalmente a terra visto che spianiamo la paga regolarmente. E peggio ancora, già oggi siamo a fondo classifica, una posizione difficile per risalire! Di tutta questa storia vi è per lo meno un aspetto positivo. È iniziata la REALPOLITIK e termina quella di giornata e dell’apparire. Ora la lotta si farà dura e c’è da sperare che vi siano i duri per poter giocare!

Lic.rer.pol. Gianluigi Piazzini