Da Economia Fondiaria no. 3/2016

Malgrado che il periodo elettorale sia alle nostre spalle continua l’operazione di spurgo delle varie sollecitazioni che definiamo impropriamente “popolari”. Ci riferiamo ovviamente alle iniziative popolari considerate ultimo baluardo della democrazia. In realtà per buona parte dei casi non è più il caso. Sono bengala elettorali spacciati come presenze ed impegno.
Il classico “giù le mani” condito con la collaudata “simmetria dei sacrifici” oppure una preoccupazione spacciata come autentica “blindatura”.
Intendiamoci non è per fortuna sempre così! Difatti qualche iniziativa o referendum, che già rispecchiavano però tirate discussioni e votazioni alle camere, hanno per lo meno attivato dibattiti seri e confronti serrati.
Archiviati i climi elettorali resta sempre aperta l’utilizzazione dell’arma referendaria di cui sappiamo l’uso preventivo; “ci riserviamo oppure preparatevi a…”!
Gli ultimi esempi li abbiamo con i ventilati referendum contro la riforma fiscale conosciuta come Riforma III, fra l’altro indotta a tenagliate da chi ci attornia, e nei confronti della revisione della previdenza che in pratica dice che si lavorerà di più, non si intascherà il malloppo per le Maldive, si avrà meno resa e non si preleverà prima dei capelli imbiancati! Fatta salva la casuccia.
Sono due riforme importanti. Come sorreggere il patto generazionale e garantire pagnotta e servizi commisurati!
Si parlerà di valori, di crisi delle ideologie, del vuoto delle conoscenze, di priorità, del senso dello Stato, del ruolo dei partiti, da quelli di Governo alle formazione da monolocale, e quant’altro. E soprattutto saremo costretti a cifrare e capire le regole dell’economia, dall’interesse composto agli aggregati (somma dei comportamenti umani e non).
Per intenderci il comportamento “del buon padre di famiglia”.
Restando ai citati capisaldi al cospetto dell’uso odierno il minimo che si possa prospettare è il raddoppio delle firme da raccogliere, del resto la popolazione è più che raddoppiata.
Per quanto riguarda i partiti, o formazioni, è ora e tempo che si introduca una soglia di sbarramento.
Non sarebbe un unicum e certe chiassose trasmissioni verrebbero attutite!
L’overdose che abbiamo segnalato trova conferma nella tornata di giugno!
A livello nazionale si voterà su tre iniziative e due referendum.
Quella a “a favore del servizio pubblico” con la quale si sostiene che le tariffe sono troppo alte rispetto alle prestazioni fornite (in pratica le ex-regie federali non dovrebbero fare utili”) non è stata sostenuta da nessuno ed alle camere è stata bocciata con il “supercappotto”!
Analoga sorte per l’iniziativa “per un reddito di base incondizionato”.
In poche parole stracciata alle Camere con un risultato quasi bulgaro.
Interessante annotare che questa iniziativa è stata lanciata a quanto sembra da intellettuali e sindacati.
Che binomio, ragazzi!
Inutile sottolineare che noi siamo contro queste iniziative, non solo nel rispetto delle nostre istituzioni, ma perché sono goffe sollecitazioni nei confronti di un paese che giustamente si interroga e che è sempre più pronto a consegnarsi a coloro che padroneggeranno il confronto con l’evidenza dei fatti e che sapranno prospettare strategie di cambiamento fattibili e condivisibili!

La digitalizzazione sta modificando il mondo del lavoro, del produrre e del commercializzare al punto che è incominciata la nuova era industriale denominata INDUSTRIE 4.0. In verità il processo è da tempo in atto ma solo ultimamente è più percepibile.
La robotizzazione è una realtà, l’analisi comportamentale è sempre più affidata ad elaboratori, i posti di lavoro percentualizzati (ci si mette anche lo Stato, 50% - 75%, ecc.), ecc.
Ormai si leggono le targhe della autovetture, si controlla e si fattura.
Il mitico casello autostradale, quello delle nostre prime sortite al mare, è ormai un reperto storico come del resto lo sportello bancario o ferroviario!
La digitalizzazione entra sempre più nelle cliniche, nella consulenza professionale, nella progettazione e nel commercio.
Persino nel ruolo di “affittacamere” attingendo alle disponibilità private.
Davanti la piccola o grande E come nell’ e.commerce!
Certo che sarebbe interessante avviare un dibattito ad ampio respiro.
Se non altro i giovani e soprattutto la scuola ne trarrebbero giovamento!
Ed i tempi non sono più quelli di Giulio Verne, il geniale visionario che fece sognare diverse generazioni.
Ora bisogna correre!
Abbiamo fatto un accenno al dibattito pensando ovviamente ai nostri massmedia, specialmente alla televisione di Stato, pardon pubblica.
Non solo per un discorso generale di sensibilizzazione ma anche alla luce dei costi di produzione che sembrerebbero immuni al progresso tecnico.
Come sappiamo a livello svizzero è stata privilegiata la trasparenza sui costi alla quale non è sfuggita anche l’emittente nostrana che ci viene attribuita.
Pur scontando i soliti confronti tesi a dimostrare la linearità dei costi e gli effetti della contabilità analitica risulta evidente che determinati approfondimenti hanno costi a puntata piuttosto stellari.
Per render l’idea fino a 4 posteggi interrati di immediata periferia per puntata!
Se possiamo suggerire desidereremmo più paese e meno croste!

Sempre a livello di costi parliamo delle spese della nostra azienda pubblica.
Sappiamo che sono aumentate più della forza contrattuale del paese, che quindi si brucia la paga scontando un improbabile scatto futuro, e che sono impigliate da leggi, decreti e derive dovute al cambiamento in atto.
Anche la manutenzione della formidabile sostanza pubblica è sempre più impegnativa per le scadenze cumulate dovute al grande recupero ed alla robusta crescita degli anni settanta.
Si sottolinea che siamo sul due miliardi di debito pubblico e che il capitale proprio non c’è più!
Ciò malgrado rimaniamo sempre sorpresi della poca brillantezza del tema!
Non interessa nessuno malgrado il dettagliato tomo di un paio di chili denominato “consuntivo”.
Oppure roba da resa incondizionata visto che si archivia con la solita frase: “abbiamo esaurito ogni spazio di manovra”!
Ma è proprio vero? Oppure non si vuole incidere più del tanto sulle spese, al massimo quel tanto che serve per evitare di attivare il moltiplicatore cantonale, leva che farebbe partire discussioni a non finire anche se dovranno almeno trovare il conforto delle cifre!
Meno se ne parla meglio è.
Noi per il momento consideriamo la manovra denominata “di rientro”, che sa più di passeggiata scolastica, come primo segnale nell’azionare i freni anche se la stessa poggia in gran parte sul classico cittadino pagatore: l’essere umano che si sposta per diversi motivi con il cavallo d’acciaio ed il fortunato proprietario di casa per la quale ha già pagato tasse e sovrattasse.
Per il momento sulla carta la manovra gode di un robusto sostegno anche se i “soliti noti” già paventano resistenze varie.
Un’avvertenza: il “tutti o nessuno” non vale solo per noi!
Del resto non vorremmo passare per degli sprovveduti con il cerino in mano.

Certo che la primavera è meravigliosa.
Gustiamoci i nostri laghi, il bosco e tutto quanto ci sorride.
Dai, ce la siamo sempre cavata finora!
E ce la caveremo sicuramente ancora.
Dobbiamo solo avere il coraggio di confrontarci con la realtà e leggere la nostra storia.
Non possiamo azzerare completamente il passato per cercare di intravvedere il futuro.
Buona estate a tutti!

Il Presidente Cantonale
Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini