COMUNICATO STAMPA


La Camera Ticinese dell’economia fondiaria (CATEF), prende atto con piacere che l’attuale finanziamento della proprietà immobiliare risulta poco sopra al 2%. Ciò potrebbe rilanciare la propensione all’investimento sia nell’esistente che nella nuova produzione rendendo nel contempo più attuale l’acquisto della propria residenza.

L’andamento al rientro del costo del denaro ha inoltre contribuito a stabilizzare il tasso ipotecario di riferimento - calcolato dall’ufficio federale dell’abitazione per aggiornare le pigioni - all’1.75%, tasso che resterà quindi invariato fino al 3 di giugno p.v., almeno. Sulla base di rilevamenti e proiezioni riteniamo poco probabile che il tasso di riferimento abbia a salire al 2% nel corso dell’anno. Questa nostra convinzione trova il conforto nella dinamica del modello stesso che, ricordiamo, è una media fra le varie ipoteche in essere.
Senza dimenticare le sollecitazioni degli istituti di credito che per acquisire nuovi clienti offrono condizioni concorrenziali, circostanza che pure contribuisce al rientro del costo dei mutui ipotecari.

Quindi buone nuove per i proprietari, per gli inquilini e per l’edilizia in generale.
Questo andamento dovrebbe pure indurre coloro che strumentalizzano per professione il tema dell’alloggio, oltretutto in presenza di una dotazione disponibile cifrata ufficialmente in circa 5'500 abitazioni libere, ad una più moderata sottolineatura. Insomma il rullare dei tamburi crea solo rumore per niente.
Anzi, sarebbe invece auspicabile che gli sbandieratori, invece di pretendere che siano sempre gli altri (ente pubblico compreso) ad agire, si rendessero promotori attivi di qualche operazione convenzionata di edilizia popolare. La Confederazione garantisce i mezzi finanziari necessari e la messa a disposizione di tutti gli elementi di giudizio. Ovviamente bisogna bussare ed aprire la porta!

Se da una parte il rientro del costo del denaro dovrebbe rilanciare la produzione, è pur vero che questa volontà trova attualmente una resistenza nello stallo nell’implementazione della Legge federale sulla pianificazione del territorio, che si traduce in una insicurezza nel diritto, in una asfissiante esposizione a ricorsi ed al congelamento de facto di quel territorio dove proprio esiste la domanda effettiva.
Di ciò ne risponderanno ovviamente Governo e Comuni.
Al tutto si aggiunge la prolungata giacenza sui banchi della commissione del Gran Consiglio, della nuova Legge Edilizia e la messa su binario morto della proposta di revisione della Legge cantonale sullo sviluppo territoriale, che ha superato con una certa sofferenza la procedura di consultazione conclusasi nel 2018.
L’utilizzo del termine “stallo” a questo punto ci sembra più che appropriato.

La CATEF prenderà contatto in tempi ragionevoli con il Governo per esporre più in dettaglio le preoccupazioni che investono l’economia fondiaria.


Lugano, 8 marzo 2024