Il Consiglio Direttivo della Camera Ticinese dell’Economia Fondiaria CATEF,l’associazione ticinese dei proprietari immobiliari, condivide la raccomandazione espressa dalle autorità federali, dai Direttori Cantonali dell’Economia e da innumerevoli associazioni nazionali di riferimento, di respingere l’iniziativa “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie”.

Riferita alla nostra realtà l’accettazione dell’iniziativa comporterebbe un drammatico congelamento del mercato della seconda residenza per lo svago ed il riposo e ad uso aziendale, che fra l’altro limita il pendolarismo che gli stessi ambientalisti definiscono “parassitario”.

Sulla base dei dati federali i centri urbani non verrebbero toccati più del tanto.
Non così per i Comuni a lago o con contenuti turistici nei quali la residenza secondaria verrebbe in  pratica vietata.
I Comuni di Montagna, dove fra l’altro buona parte dei Ticinesi hanno la propria residenza secondaria, essendo gli stessi ben al di sopra della quota del 20%, verrebbero condannati ad un sicuro declino non potendo più far perno sulla riqualifica dei volumi già esistenti sulle nuove costruzioni.

Venendo meno la forzata volontà di investire l’artigianato locale si vedrebbero ridurre pesantemente le commesse e con la conseguente contrazione del lavoro la residenza primaria perderebbe paradossalmente ancora più di attualità.
È bene ricordare che la limitazione della destinazione comporterebbe un’importante limatura a lungo termine dei valori della sostanza a scapito della forza contrattuale dei Comuni e dei proprietari stessi.

Per quanto riguarda i rustici, tipici volumi ad occupazione saltuaria, l’accettazione dell’iniziativa ne impedirebbe di fatto la commercializzazione ed il recupero, di per sé già dispendioso.

Tutto quanto premesso e tenendo presente che la nuova Legge sulla pianificazione in vigore imporrà ai Cantoni entro il 2014 l’aggiornamento dei Piani Direttori per disciplinare la seconda residenza, la CATEF invita a respingere con decisione questa iniziativa

Per quanto riguarda il tema del risparmio alloggio per l’acquisto della prima abitazione primaria, la CATEF ricorda che l’iniziativa è indirizzata a giovani famiglie che alla luce dell’importo massimo accantonabile non possono certo essere annoverate nel ceto abbiente.
È un invito al risparmio mirato quindi un segnale importante.
Ancora più importante dal momento che le autorità politiche intenderebbero quanto prima limitare se non vietare il prelievo anticipato del risparmio previdenziale da destinare all’abitazione primaria, cui attualmente moltissimi acquirenti fanno ricorso.

Lugano, 13 febbraio 2012