Il Consiglio Direttivo della CATEF si dichiara contrario, come del resto le istituzioni politiche, all’iniziativa che chiede di abolire l’imposta forfettaria per gli stranieri che non esercitando attività lucrative possono chiedere di essere tassati sulla base del loro tenore di vita. È bene ricordare che questa metodo d’imposizione, che esiste sia a livello nazionale che cantonale, si basa su una prassi collaudata, su una precisa giurisprudenza di riferimento e non certamente sulle pacche sulle spalle.
Alla raccomandazione di bocciare l’iniziativa il Consiglio è giunto tenendo presente le seguenti considerazioni:
l’abolizione dell’imposizione forfettaria rappresenta una grave perdita di sovranità e rafforza il tentativo di centralizzazione e di consegna all’Altopiano;
la perdita per il nostro erario cantonale, compreso l’indotto, si aggirerebbe sui 100 milioni; una cifra imponente per le già dissestate finanze pubbliche di un Cantone di fondo classifica come il nostro;
rigettando l’iniziativa si evita anche di dare un ennesimo maldestro segnale a coloro che ci hanno dato fiducia e che oltre all’apporto cifrabile ci offrono entrature in tutto il mondo grazie alle loro relazioni;
all’indebolimento dello Stato corrisponde uno strappo della rete sociale ed una pressione aggiuntiva per le nostre aziende impegnate a reggere il mercato.

Lugano, 10 novembre 2014