Con la presente il Consiglio Diretto della CATEF desidera chiarire all’opinione pubblica la posizione dell’associazione in merito alla nuova versione della tassa di collegamento prevista per i posteggi privati. Si ricorda che la Camera Ticinese dell’Economia fondiaria è l’associazione ticinese che rappresenta, oltre a migliaia di proprietari ad uso proprio ed a reddito residenziale, anche i proprietari degli immobili destinati al commercio, al terziario amministrativo ed i proprietari dei volumi aziendali veri e propri; volumi che nel complesso albergano il commercio, i servizi e la produzione, in poche parole il lavoro.

Ciò premesso, la posizione nei confronti della proposta è di chiaro rifiuto.

Per castigare la mobilità - in parte incartata dai funzionari stessi che hanno confuso il traffico internazionale, regionale e locale - si va a fare pagare in ultima analisi il nuovo balzello della “tassa di collegamento” al consumatore ed al lavoratore, di frontiera o locale. Un balzello che dovrebbe avere un effetto dissuasivo ma che é indirizzato prevalentemente, anche per corretta ammissione, a fare cassa. Il Governo propone infatti di tassare tutti i volumi che albergano in prevalenza il lavoro e che presentano una dotazione di oltre 50 posteggi. Va da sé che la tassa di collegamento, che per il momento dovrebbe aggirarsi attorno a Fr. 2.- per giorno lavorativo per posteggio - quindi non proprio noccioline - verrà con il tempo ripercossa in buona parte sui fruitori. Un balzello annuo ricorrente che appesantirà l'economia di produzione, dei servizi e del turismo già confrontati con un impegnativo processo di riconversione.

Il Consiglio Direttivo della CATEF preavvisa negativamente la proposta formulata dal GOVERNO ed auspica che il Legislativo abbia a tornare alla definizione dei grandi generatori di traffico come intesa negli atti pianificatori. La CATEF prende anche atto con stupore dell'assordante silenzio dei sindacati e dei consumatori. Parimenti invita chi é al fronte dell'economia a favorire con fatti concludenti la mobilità aziendale come suggerita più volte dal nostro esecutivo.

Lugano, 27 ottobre 2014