Da Economia Fondiaria no. 3/2010

Amnistia 

È ovviamente un atto eccezionale e vi è un certo pudore a parlarne perché ci si confronta con il problema etico-morale. Infatti chi la osteggia sostiene che è un premio ai disonesti ed uno sfregio agli onesti. Una certa massa, soprattutto i dipendenti, é reattiva a questo ragionamento.
Per avere un buon ritorno l’amnistia dev’essere tombale ( dichiara tutto e mettiamoci una pietra sopra).
Per dottrina le condizioni necessarie per un’amnistia sono:

  1. un arco temporale importante dall’ultima amnistia
  2. finanze pubbliche disastrate
  3. cambiamento incisivo delle regole del gioco ( nel tassabile, nell’accertamento, nella durata, ecc.)

Il Canton Ticino aveva forzato a fine anni novanta la discussione a livello nazionale con una iniziativa parlamentare (iniziativa Fiorenzo Robbiani e confirmatari) che chiedeva di promuovere un’amnistia generale tipo 1969 ritenendo che la stessa fosse possibile..
Vi erano infatti le condizioni di cui sopra. Per quanto riguarda il cambiamento delle regole del gioco la nuova legge federale sull’armonizzazione fiscale aveva per esempio allungato il termine di prescrizione da 5 a 10 anni.
“Se ti becco, dopo aver esaminato gli atti degli ultimi 10 anni, mi dai indietro il sottratto con tanto di interessi, somma alla quale aggiungerò poi una multa”.
“Se non hai collaborato per nulla, occultato le prove o spergiurato il falso, ti massacro e ti multo moltiplicando per due quanto sottratto”.
In questo caso in pratica uno viene spiumato.
Quindi le regole del gioco vennero pesantemente modificate in senso peggiorativo per tutti e per coloro che si macchiavano di sottrazione d’imposta. Quindi anche la terza condizione sussisteva.
 L’estensione del termine a 10 anni rappresenta ovviamente anche un’estensione del periodo d’indagine!

Insomma si poteva fare un’amnistia generale tipo 69 ed eravamo abbastanza ben lanciati!

Purtroppo il Consiglio Federale dopo una prima tornata, specialmente dopo aver sentito i Cantoni, mise in consultazione tre tipi d’amnistia

  1. quella generale senza penale e senza richiesta di restituire il sottratto ( vedi amnistia del 1969). La classica tombale.
  2. una con una trattenuta ( per esempio un 10% del capitale non dichiarato…) Hai 10 milioni? Me ne molli uno e non ne parliamo più. La tombale con pedaggio)
  3. la possibilità di poter sempre dichiarare spontaneamente ovviamente una volta sola. In questo caso si paga quanto sottratto con gli interessi. ( su 10 anni) ma non si viene multati. Una sorta di mini-amnistia.

Passò la terza versione che ora è in vigore dopo essere stata approvata dal parlamento.
La sua applicazione non è ancora sufficientemente collaudata anche perché è in vigore solo dal 2010.
Pensiamo solo alla raccolta della documentazione di supporto.

È anche probabile che giochi contro oltre ad una certa incertezza nell’applicazione, il pedaggio per mettersi in riga (quasi il 30%) ed il timore ( o speranza) che un domani non molto lontano si ritorni o si sovrapponga una amnistia secca ( generale o con una trattenuta).
Oppure che il termine di 10 anni venga ridotto!

Il Consiglio Federale ha pure introdotto un’amnistia per gli eredi. In questo caso con dichiarazione spontanea invece di versare all’erario 10 anni di sottratto ci si limiterà a tre anni.
Questa possibilità è maggiormente utilizzata e ricorda un’analoga amnistia applicata in Ticino una decina d’anni fa alla quale dovemmo rinunciare perché considerata in urto con la legge sull’armonizzazione fiscale.
Sinceramente fa però un po’ sorridere che qualche anno dopo il Consiglio Federale ne proponga una simile.
Ritornando all’amnistia federale per gli eredi la condizione per la sua applicabilità è che gli stessi la dichiarino in sintonia con la scomparsa dell’evasore avvenuta dopo il primo di gennaio 2010 e che gli stessi non fossero a conoscenza della sottrazione.
Il tutto sorretto dalla spontaneità, dalla buona fede e dalla massima collaborazione..
Un’amnistia favorevole anche tenuto conto che gli eredi rispondono in solido per quanto riguarda il sottratto.

Ritornando ai “viventi” una sorta d’amnistia ( la mini-amnistia) esiste già oggie si riassume nel fatto che se uno dichiara il sottratto degli ultimi 10 anni non viene multato.
È bene ricordare che fino a poco fa se uno dichiarava spontaneamente il sottratto veniva multato con un quinto del sottratto.
In parole povere la differenza non é abissale……

Le vere amnistie, come già anticipato, vengono in genere accompagnate con nuove regole del gioco e con accertamenti più incisivi.
Per esempio quelle del Ministro Tremonti furono accompagnate da appostamenti doganali, dall’allungamento dei termini di accertamento (da 4 anni a 8 anni) e dalla promessa che un domani, se pescati, sarebbe entrata in azione la mannaia.
Da noi il termine di accertamento, come già precisato, era già passato dai 5 anni ai 10 anni!
Non poteva che essere così in ossequio al nostro profilo ormai sgangherato del “primo della classe”.

Le aliquote di Tremonti sono ed erano estremamente interessanti.
D’altra parte lui mirava a far ritornare in Patria il risparmio posteggiato all’estero.
Quindi il suo scopo era il rimpatrio vero e proprio dei capitali.
Fra l’altro ha fatto riaffiorare più di 100 miliardi di Euro spiumandoci letteralmente.
Altre nazioni hanno tentato soluzioni analoghe ma il pedaggio per il rientro o per la dichiarazione spontanea erano troppo elevati. Basti pensare che la Germania navigava infatti con il 25%!
Tremonti dal 5% al 7% nell’ultima scudata.

Visto che le turbolenze attorno a noi non sono ancora terminate potrebbe anche darsi che altre nazioni confinanti decidano di emulare Tremonti con aliquote ragionevoli..
Fosse il caso lo spiumaggio lo sentirebbe maggiormente la Svizzera Tedesca e c’è da scommettere che se così fosse il consenso a favore di un’amnistia vera e propria s’allargherà.

Con diverse nazioni avevamo degli accordi. In pratica non davamo i nominativi degli evasori ma ritornavamo una parte della preventiva ( 35% sui dividenti e sui redditi) alle nazioni di provenienza dei clienti.. Era un accordo limitato alle persone fisiche perché faceva comodo agli inglesi, ma i banchieri hanno incominciato a convincere i singoli clienti ad intestare il malloppo imboscato a società estere di comodo (oasi fiscali).
Le nazioni confinanti hanno però mangiato la foglia prendendo atto che la parte rimborsata invece di aumentare diminuiva continuamente. Segno evidente che gli Svizzeri stavano barando e
non per nulla il ministro Tremonti ed il ministro tedesco Steinbruck ci hanno tacciati da filibustieri.

La Svizzera, anche sotto pressione degli USA, in generale si è difesa maldestramente cercando di richiamare la sottile differenza che esiste fral’evasione e la frode fiscale e la difesa della sfera personale.
Non si voleva dare i nomi a meno che vi era una richiesta supportata da elementi penali come nel caso di truffa accertata (frode fiscale) oppure che il dossier probatorio era più che significativo. Nome, conto, istruzioni, spostamenti e quant’altro.
Insomma ci si è difesi richiamando la nostra tradizione ( chi evade si becca la multa e passa per vie amministrative, chi froda rischia anche la galera…si fa per dire)
Questa nostra linea di difesa non ha retto a lungo le pressioni esterne.
Non da ultimo per la birichinata dei nostri banchieri che non ci ha messo in buona luce.
Infatti per fare sottoscrivere i bilaterali sulla tassazione del risparmio abbiamo dovuto adottare i principi dell’OCSE abbandonando in pratica la distinzione fra frode ed evasione.
Ciò significa che se un domani uno Stato Straniero chiedesse con sufficiente motivazione accertamenti su un soggetto fiscale che considera evasore, bisognerà collaborare assicurando quindi la trasparenza!
Abbiamo comunque evitato, almeno per il momento, qualsiasi automatismo od obbligo di controllo.
Ma non dobbiamo farci delle illusioni.

L’accordo sulla tassazione internazionale del risparmio era la condizione per evitare ritorsioni pesanti alla nostra industria e per farci stralciare dalla lista nera delle oasi fiscali.
E per permettere alle nostre banche di scorazzare in Europa senza particolari timori.
Per farla breve la crisi finanziaria, il ciclopico capitale estero depositato, il tentativo di guadagnar tempo hanno convinto le autorità estere ad un placcaggio asfissiante.
Basti ricordare che si sono prestati all’acquisto di dischetti che riportavano nominativi di nostri clienti alla faccia delle regole basilari di ogni Stato di Diritto.
Perché questo aggancio ai bilaterali ed alla sete di capitale da parte delle nazioni consolidate?
Semplicemente per dire che la sottile differenza fra frode ed evasione è ridotta al lumicino.

Infatti a livello svizzero la sinistra chiede se ha ancora un senso fare il distinguo fra evasione e frode quando per i clienti esteri di fatto non esiste più. 
Chi capisce risponde che ha ancora un senso. Intanto massacriamo con la preventiva e la sfera privata è ancora sacra…..
Se saltasse anche questo baluardo il cittadino sarebbe una scheda unica.
D’altra parte il risparmio a livello macroeconomico è un fattore positivo e lo stesso si forma essenzialmente rinunciando al consumo e questo “non consumo”può lievitare con una buona gestione…
Quindi il non dichiarato non va criminalizzato.
In questo clima piuttosto teso altri partiti ed le banche stesse stanno elaborando altre soluzioni per allentare la presa al collo e far ripartire la piazza finanziaria.
Il motto: ti assicuro che la grana depositata è puro risparmio ed al limite tasso io per te, caro Stato Estero.

La Legge federale sull’armonizzazione lascia spazio di manovra ai Cantoni.
Il Canton Ticino, un po’ come fece con la sua amnistia per gli eredi a fine degli anni novanta, ne ha proposto una rispondendo fra l’altro ad una precisasollecitazione dei partiti borghesi.
Un’amnistia complementare per le imposte cantonali e comunali che potrebbe entrare in vigore con l’amnistia federale in vigore dal gennaio 2010.
In pratica il Cantone rinuncia a tassare 10 anni a ritroso limitandosi a soli 3 anni.
Una finestra aperta, ed è bene precisarlo, per un solo biennio.
Quindi la Confederazione recupererà al 100% ( 10 anni) e quella “ticinese” al 30% (3 anni)
L’amnistia cantonale è per il momento una proposta sostenuta solo dal partito liberale.
Gli altri partiti borghesi hanno fatto per il momento marcia indietro.
Temono pasticci con Berna ma soprattutto che venga introdotta un’amnistia federale sotto le pressioni esterne. Oppure visto che siamo già in clima elettorale…

Insomma si ritiene che l’amnistia cantonale sia ancora prematura e che la trattazione di quella federale (autodenuncia senza multa entrata in vigore nel 2010) non sia ancora sorretta dalla necessaria esperienza..
Si preferisce attendere la dottrina applicativa o la discesa in campo d’altri Cantoni.
Oppure semplicemente che il fronte degli scettici e dei tormentati nei confronti delle amnistie secche a livello nazionale si sgretoli
Lo spazio politico per un’amnistia federale con una trattenuta forse c’è ancora. Quella generale non ha per il momento delle chances anche se il tema è ancora aperto ( sul tavolo esiste ancora l’iniziativa ticinese alla qualebisognerà rispondere)
Oppure che si riducano i 10 anni nell’ambito della mini-amnistia tuttora in vigore!
Comunque almeno quella federale senza multa oggi esiste.
Ieri non era il caso!

A medio termine (3-5 anni) potrà quindi darsi che le condizioni tipiche per una amnistia generale si ripresentino:

a) necessità di mezzi finanziari per lo Stato
b) diversi decenni dall’ultima amnistia generale (una generazione intera)
c) abbandono della distinzione evasione-frode.

Ora attendiamo il dibattito nel nostro Parlamento Cantonale.
Per quanto ci riguarda l’amnistia cantonale non va abbandonata.

Essa non serve solo per rilanciare il consumo ma piuttosto per rilanciare gli investimenti, dar maggior peso alle garanzie e soprattutto per portare casa mezzi finanziari per l’erario.

Gianluigi Piazzini