Da Economia Fondiaria no. 1/2014

Sinceramente il vostro Consiglio Direttivo si era pronunciato per un sofferto sì all’aumento della famosa “vignetta autostradale”, posizione che poi non fu divulgata. L’avevamo deciso perché c’eravamo resi conto che importanti opere dipendevano dalla sua accettazione come pure la ripresa di alcune tratte strategiche. Del resto stava da tempo scritto come si suol dire.
Avevamo pensato alle tratte A12 – A 13 ed alla Mendrisio – Stabio che per la verità erano già scivolate nell’agenda della Confederazione.
Ora si afferma che potremo finanziarle da soli (sic!) oppure con un fondo nazionale alimentato esclusivamente dal traffico veicolare anche se non muteranno le priorità.
Noi siamo però un po’ scettici;  anzi intravvediamo il pericolo di un ritardo generazionale anche per la nostra sana abitudine di dibattere su tutto e concludere ben poco.
Dobbiamo comunque sottolineare la forza delle associazioni per il trasporto privato che sono scese compatte e con esito favorevole abbandonando così la proverbiale ritrosia al confronto duro per non sciupare i muscoli.
E dato che siamo anche noi debitori “del cavallo di ferro” ne siamo più che contenti.
Hanno dimostrato che se vogliono stracciano tutti anche coloro che sono sempre di traverso.
Ora per lo meno si è fatta chiarezza sul finanziamento e si è dato un forte segnale al DATEC, fucina di intoccabili.
Per quanto riguarda la A12-A13 abbiamo nel cassetto la soluzione segreta proposta da alcuni specialisti.
Non più una vasta scelta di soluzioni con tanto di pedemontana, la “corniche de noiatri”, basta abolire le rotonde ed è fatta.
E siccome la tratta è ancora nostra ed a quanto sembra ce la dovremo finanziare, tagliamo la testa al toro. Giù a manetta…..
Per quanto riguarda la circonvallazione di Agno vi è la conferma che la stessa è uscita dall’agenda anche perché il rapporto costi/benefici non la giustifica.
Insomma ce la siamo giocata con tanto di votazione, un invito a nozze per i Confederati!

La votazione sul livello massimo dei salari, conosciuta come l’iniziativa 1 : 12,  ha dimostrato che il popolo sovrano ha un occhio di riguardo per le regole del gioco che regolano l’economia.
Non ha ceduto ai contenuti ideologici ed ha asfaltato la proposta.
Nel dibattito politico si è sentito di tutto.
Si sosteneva persino che la limitazione avrebbe favorito i salari inferiori affermando che per aumentare il salario del mega dirigente bisognava aumentare anche quelli della fascia più bassa.
A bocce ferme si constata che taluni cantoni e regioni di frontiera hanno votato con una certa sufficienza bocciando a mala pena l’iniziativa.
Hanno sicuramente giocato la pressione sui salari più esposti alla concorrenza esterna e la disoccupazione che morde maggiormente.
In definitiva era una reazione di pelle.
Prima di archiviare l’argomento è giusto ricordare che più che un discorso di decenza è un discorso che interessa gli azionisti e l’erario.
Concludiamo con una nuova definizione del fossato.
Oltre al classico “Röstigraben” ed al recente “Polentagraben” si è aggiunto in questa votazione anche il termine “Raminagraben” per delimitare le zone di confine.
La prossima votazione sarà quella sul salario minimo.
Se dovesse passare potremo chiudere baracca, aggiornare al ribasso tutti i salari e prepararci a fare qualche passo indietro con il nostro benessere.

Come promesso abbiamo provveduto a rispondere alla procedura di consultazione sull’ordinanza d’applicazione dell’aggiornamento della nuova legge sulla pianificazione(prima parte) e della stessa pubblichiamo copia.
Come sovente capita abbiamo posto il maggior peso sull’aspetto politico anche se diverse raccomandazioni e censure le abbiamo riservate anche alla parte prettamente giuridica e formale.
Intanto possiamo dire che l’avevamo vista giusta con il nostro ”argomentario” allestito in occasione del referendum lanciato dall’USAM che la CATEF aveva sostenuto.
Ora non vogliamo passare tutti i punti allora sollevati, ma ci conforta il fatto che i Cantoni dichiarano oggi che non vogliono essere tenuti al guinzaglio e che si preoccupano che i Comuni, poverelli, verranno declassati a livello istituzionale.
Si accorgono solo ora che la sovranità gli è stata abilmente sfilata mentre battevano le mani.
Infatti il metro di giudizio sarà omologato per tutti ed i corsi d’aggiornamento si terranno a Berna.
Una squadra corta di funzionari si ritroveranno così con un potere inaudito potendo finalmente indirizzare il paese e le sue politiche settoriali.
A parte la sovranità condizionata ci si interroga anche sulle norme tecniche e sulla prima tabella di riferimento per quei Cantoni che dovranno passare all’ovile per la rasatura.
Insomma si è preso atto della tabella e le illusioni si sono sgonfiate.
Quelli che pensavano di restare sul pascolo aperto senza recinto si sono quindi illusi.
Anche noi passeremo ovviamente alla rasatura!
Certo vi è da chiedersi se i Cantoni ci siano cascati come polli oppure se non avevano capito la volontà dei centralizzatori.
Voi potreste pensare che stiamo sentenziando senza ritegno, ma invece è la realtà.
Basta leggere le risposte dei Cantoni alpini e dei Comuni caricate sui loro portali.
Il nostro Cantone ha pubblicato la sua risposta e dobbiamo convenire che è una risposta aggressiva e ben argomentata.
Ci stiamo chiedendo se non stiamo per scivolare nella categoria dei “teneroni”!
Ma dobbiamo ammetterlo con un po’ in ritardo che i  nostri hanno messo la doppia trazione.
A proposito della lista dei Cantoni bravi e meno bravi, in queste settimane nel Canton Zurigo - proprio dove si segnalava un manco di riserve edificatorie - si sta sperimentando cosa voglia dire aumentare le edificabilità a detrimento di altre, legandole anche a destinazioni, come pure la valorizzazione delle aree dismesse - in particolare quelli della FFS - con appositi piani di quartiere.
L’accoglienza è da fratelli coltelli.
Altro che sviluppo centripeto ed in verticale.
Nessuno vuole fra i piedi immobili in elevazione e tessuti urbani stropicciati.

Territorio ticinese tutto uno sfascio? Così si è tentato di far passare in una recente trasmissione televisiva che riprendeva ad una sottolineatura non molto garbata del grande maestro d’architettura che ha coinvolto un po’ tutti.
Enti pubblici, funzionari, architetti e committenti (ricchi o poveri).
Un territorio deturpato e malmenato, roba da quartieri popolari delle grandi città.
Brodaglia edilizia e favelas di collina.
A noi invece non appare proprio così.
Intanto il volume costruito ed occupato è più che decente e sicuramente passerebbe l’esame in tutto  il mondo come pure in Svizzera Interna sovente indicata come territorio a misura d’uomo, come quei nuclei consegnati alle destinazioni agricole ed ai balconi fioriti.
Quelli, per intenderci, rimasti fuori dal giro della domanda.
Ma se prendiamo le loro zone servite da infrastrutture e privilegiate dalla domanda non abbiamo niente da imparare.
Ci sembra che in occasione di quella serata siamo per lo meno riusciti a difendere l’edificato e con esso la proprietà.
Anche quella minuta e sobria che per noi è degna di alta considerazione.
Non che il  firmato non ci piaccia, ma pochi possono permettersi di sacrificare la funzionalità all’estetica ed allo stile.
La serata è stata sicuramente interessante.
Intanto abbiamo preso atto, almeno così si è sostenuto, che in Ticino vi è poca architettura di qualità, che se vi sono stati degli errori d’indirizzo e che in una cinquantina d’anni si è fatto tutto quanto possibile per correggerli.
Certo che si è arrivati piuttosto lunghi con questa giustificazione.
L’argomento, con la nuova legge sulla pianificazione, verrà sicuramente rilanciato, ragion per cui potremo rispolverare i nostri reperti storici.
Certo qualcuno dovrà essere rottamato ma pazienza.
Un consiglio però: smettiamola di parlar male della sostanza specialmente quella d’altri!
In quella serata l’arch. Snozzi ha fatto un’affermazione, fra le tante, che ci ha colpito.
“Guardate il nostro territorio a 300 metri sopra il piano”
Era un invito ed ha ragione.
La cornice è ancora intatta ed è già qualche cosa!
A proposito la nostra preoccupazione sul come rilanciare l’argomento è già superata.
Ci ha pensato la nostra Televisione che ovviamente non ci ha interpellato.
Il tema è quindi vivo.
E prima che dopo il consueto bagliore venga consegnato all’oblio vedremo di rilanciarlo con significative testimonianze.
Partendo proprio dall’irriverente “Brutto Ticino”, titolo ad effetto adottato recentemente dalla TSI che occupa un multiplo delle gloriose officine federali di Bellinzona.

A proposito di Lex Koller. Non sappiamo se la pressione della gentil senatrice Giacomina Badran abbia avuto un ruolo decisivo ma sta di fatto che il Consiglio Federale ha deciso di sostenere l’inasprimento della legge che disciplina l’acquisto di beni immobili da parte dello straniero.
Prepariamoci quindi ad un nuovo percorso vessatorio che verrà condito con la strategia del denaro pulito forzando la tracciabilità.
Massimo pagamento in contanti Fr. 150'000.-! Una primizia anche se non siamo per fortuna al livello della vicina Repubblica.

La tenaglia internazionale sul risparmio a noi affidato sta mordendo sempre di più. Diverse banche di piccolo e medio cabotaggio verranno condannate dai costi e della mancanza della massa critica alla chiusura e le ammiraglie dovranno giocoforza ridurre la velocità di crociera.
Certo siamo stati scalognati per qualche nostro clamoroso testacoda, per il disastro causato dall’economia finanziaria con le sue scommesse “contro garantite”, e per la sciagurata gestione delle finanze pubbliche da parte di coloro che hanno distribuito risorse non generate dall’economia reale finendo bastonati dal credito internazionale.

Siamo dei sorvegliati speciali anche perché non siamo propriamente delle verginelle.
Quando le nostre ammiraglie furono prese di mira dal fisco americano, come del resto una moltitudine di banche straniere della medesima stazza, qualche cliente, spontaneamente o meno, chiese ospitalità presso istituti minori.
I quali non la rifiutarono.
Ora gli “States” hanno elaborato una tabella con 4 categorie con scelta spontanea d’inserimento.
La prima è per coloro che l’hanno fatta grossa, la seconda per coloro che hanno la coscienza un po’ sporchina, la terza per coloro che sono dei pasticcioni e la quarta per coloro che probabilmente non sanno bene l’inglese…..
La mettiamo sul ridere ma la situazione è drammatica.
Ci sono tutte! Dalle banche cantonali alla Postfinace!
Insomma un momentaccio per un settore fra i più importanti della nostra economia e che ha assicurato per decenni finanziamenti generosi a tassi competitivi alla nostra economia ed alla proprietà generando nel contempo miliardi per l’erario.
Ma siccome c’è gente che non ci crede e stupidamente applaude basta ricordare che fra Cantone e Comuni dal settore mancheranno come minimo 150 milioni all’anno, ancora incassati solo pochi anni fa….
Senza pensare a qualche punto in più per il costo del denaro che potrebbe scendere fra qualche anno a ghigliottina sull’esposizione indigena.

Con il preventivo 2014 il Governo propone di diminuire le percentuali forfettarie di deduzione per le spese di manutenzione degli immobili. Per la precisione dal 25% al 20% (oltre i dieci anni) e dal 15% al 10 % per immobili di recente costruzione.
Giustifica questa riduzione con l’allineamento alle percentuali applicate dalla Confederazione senza accennare ovviamente agli altri Cantoni.
In realtà la giustificazione è una sola: bisogna fare cassa.
Sarebbe in tutti i casi interessante verificare le motivazioni che avevano indotto qualche decennio fa il Governo a fissare le percentuali che oggi si intendono diminuire.
Andiamo a naso! Forse a quei tempi si voleva incitare i proprietari ad investire maggiormente nella manutenzione preventiva e nell’aggiornamento del bene immobiliare senza doversi impegolare in scartoffie varie.
Da radio scarpa sappiamo e l’abbiamo da tempo anticipato che il Governo ha in mente di tartassare la sostanza immobiliare succhiando con una cannuccia maggiorata il reddito ( effettivo e non) e aumentando nel contempo il valore della sostanza da tassare.
Vedi raddoppio delle stime.
Del resto già a fine settecento era più facile tassare i camini che le teste!
Nessuno però dice che solo con il reddito locativo (l’affitto che ci si paga virtualmente a se stessi) grazie al costo del denaro da tempo in picchiata l’erario ( la comunità) incassa già da anni una barca di grana.
Purtroppo è difficile cifrarlo perché bisognerebbe essere in grado di scomporlo dal reddito personale, almeno così si afferma.
Intendiamoci, nell’era degli elaboratori, si potrebbe far questo ed altro.
Ma a quanto sembra sono redditi sensibili che potrebbero svegliare il can che dorme.
Cioè i proprietari della prima e della seconda casa.
Con il raddoppio si muoveranno tutti i valori di riferimento.
Dalla sostanza ai vari balzelli, con notevoli ripercussioni di natura fiscale e sociale.
Noi attenderemo al varco. Non val la pena per il momento lanciare proclami od emettere fatture.
Meglio tenere le forze, allenarci in palestra e mantenere l’opportuno sangue freddo.
Certo che un aumento esporrà in giudizio un paniere di spese dell’ente pubblico oggi considerato ovvio sotto i vari sombreri od alla luce del politicamente corretto..
Sono spese da decine di milioni al botto che verranno messe sotto il cono di luce o per lo meno discusse e condivise.
“Prima di torchiare ci si dica come verranno risucchiati questi mezzi suppletivi”.
Una domanda semplice che si porranno tutti i centomila proprietari…..
Una prima timida risposta?
Dal sostegno della cassa pensione alle rampette per le rane, dalle piste ciclabili a qualche Master di forte richiamo internazionale, dai parchetti vari ai musei al guinzaglio!
Insomma i proprietari avranno pure il diritto di dare un’occhiata alla composizione degli impegni ed alla sua attualità essendo rimasta l’economia fondiaria “supersponsor” dopo la scivolata dell’industria finanziaria.
Qualche nostro associato teme una nostra eccessiva prudenza.
Per tranquillizzarlo non possiamo che ricordare la nostra decisa presa di posizione e quanto già riportato su Economia Fondiaria.
In tutti i casi restiamo di vedetta e contiamo sulla vostra prontezza a supportare la strategia che il CD riterrà più opportuno adottare.

Ritornando all’imperativo di far cassa, vestito come atto di giustizia e di allineamento alla linea confederale, il nostro Parlamento ha portato l’imponibile minimo per i globalisti a Fr. 400'000.-. È la famosa globale per gli stranieri secondo il dispendio sulla quale ci siamo più volte soffermati. Per dare un’idea l’imponibile minimo a cranio corrisponde ora a quasi l’imponibile, detratte le trattenute, di due consiglieri di Stato.
Ma cosa avevano deciso le Camere Federali? Che il dispendio debba corrispondere ad almeno al settuplo dei costi abitativi, che il dispendio minimo per la Confederazione venga fissato a Fr. 400'000.- ai fini dell’imposta federale diretta, di obbligare i cantoni ad introdurre una base imponibile minima che può essere differente da quella della Confederazione (quindi anche meno!), che le condizioni debbano essere adempiute da entrambi i coniugi ed obbligare i Cantoni ad includere l’imposta sulla sostanza nell’imposta forfettaria.
Si sostiene che questa tassazione non è poi molto importante e che quasi sicuramente i benestanti non abbandoneranno il nostro amato paese.
Magari quelli di piccolo cabotaggio, ma ai benestanti da parecchi zeri piacciono poco i giri di walzer!
Qualcuno sostiene che così ci metteremmo a posto le coscienze già ingrigite all’estero.
Potrà anche darsi ma la posta in gioco, anche se qualche globalista già installato e particolarmente capiente aveva a suo tempo già convenzionato un maggiore imponibile, rimane molto alta.
A parte le relazioni che questi Signori ci garantiscono oltretutto senza caricare il nostro sistema sociale, in ballo ci sono già oggi ca.  52 milioni e meglio: 29 per il Cantone e 23 per le imposte comunali; in totale 52 milioni, prima della correzione!
Già oggi si coprirebbero “virtualmente” il ricorrente risanamento annuo della cassa pensioni pubblica, qualche chilometro di piste ciclabili, la riqualifica di qualche fiumiciattolo e già che ci siamo qualche biblioteca…..se non la copertura di qualche regione periferica.
Ovviamente tutto andrebbe ad aggiungersi alle perdite per il collasso della piazza finanziaria.
Per fortuna che sul tema verrà chiamato ad esprimersi il popolo sovrano.
Quindi se tutto andasse a farsi benedire potremo prendercela con gli Oltre Gottardo.
Sempre che, per onorare la nostra innata propensione al farci male, non contribuiremo alla grande anche noi!
Per il momento prendiamo atto del disperato fuoco di sbarramento di alcuni Cantoni compreso il nostro.

E soffermiamoci ancora un attimo sull’energia. Poco tempo fa avevamo affermato che il comune mortale non avrebbe approfittato dall’apertura del mercato. Ora ne siamo più sicuri alla luce delle  accuse indirette a favore del rinnovabile decise dal Gran Consiglio.
Un poderoso segnale che ha raccolto un entusiastico sostegno da parte dell’energia verde, proprio la stessa che essendo talmente “doppata” dai sussidi ( sempre dalle tasche del cittadino) sta mettendo in crisi l’intero comparto della produzione di energia il quale invoca ora, per tamponare le perdite, un aiutino richiamando la sicurezza  e la garanzia dell’approvvigionamento.
Ma da noi inoltre si ricerca e si crea competenza…..
Intanto ci sfuggono i clienti e quelli che restano vengono fidelizzati a suon di sconti.
In termini di risultati positivi siamo alla frutta; per un consuntivo intermedio dovremo aspettare al massimo un paio d’anni.
Ed intanto la nostra argenteria aziendale si sta annerendo e non sarebbe neanche sbolognabile! Una doppia blindatura del servizio pubblico.
Del resto questi problemi stanno mettendo in fibrillazioni i superesperti che hanno tracciato la strategia della Confederazione.

Fra bilaterali e non spunta il ricorrente problema dell’alloggio per tutti. Per tutti perché a tutti piacerebbe vivere in collina, con le infrastrutture a pochi passi, magari con un moltiplicatore interessante, un canone di locazione abbordabile, ecc.
Ciò purtroppo non è possibile e lo sappiamo.
Quindi è inutile perder tempo. Bisogna occuparsi della fascia più debole dell’utenza dando spazio all’edilizia popolare.
Per incominciare la comunità potrebbe concedere terreni in diritto di superficie a condizioni di favore e magari con un abbuono ragionevole vincolato però alla particolare destinazione ad istanze di interesse pubbliche.
Istanze che dovranno garantire la giusta e rigorosa assegnazione ed il suo controllo nel tempo.
Si può quindi fare ma a condizione che il prodotto sia il più semplice possibile in modo che il suo costo di costruzione sia almeno del 20-25% inferiore di un prodotto di mercato non convenzionato.
La ricetta: superficie ridotta, produzione normata ed infissi e servizi senza fronzoli.
L’appartamento utilitario quindi, quello che costa al massimo, senza il terreno, Fr. 2'700.- al mq affittabile.
Sappiamo che è un target che con le norme è pressoché impossibile ma almeno proviamo ad avvicinarlo.
Questo nostro atteggiamento potrà essere tassato d’interessata chiusura o di ottusa delimitazione.
Ma invece non è così.
Basta prender contatto con la centrale svizzera delle associazioni di interesse pubblico che hanno ottenuto finanziamenti garantiti dalla Confederazione e consultare lo studio promosso dall’Ufficio federale dell’alloggio.

Per il 2014 intravvediamo una maggiore resistenza sul mercato.
Il fattore “disponibilità” di credito si è modificato con le nuove norme fissate dalle nostre autorità finanziarie ed il segmento alto del mercato, quello che non entrava in collisione con il mercato usuale, sta rallentando vistosamente. Giocano diversi fattori come:  la produzione limitata, la perdita di rendite di posizione come la riservatezza e l’accoglienza freddina da parte dell’opinione pubblica.
In generale oggi si registra un allungo nei tempi di vendita, segno che la domanda nel suo complesso è diventata più riflessiva o è sollecitata al punto da perdere il necessario slancio..
Per quanto riguarda il costo del denaro, motore principe, si intravvede un contenuto rincaro a lungo termine ed una situazione stabile per il corto-medio termine (2-5 anni).
Del resto l’Europa va ancora con il freno tirato e da noi non vi è inflazione.
Almeno da questo profilo avremo perciò ancora un anno buono per acquisti e soprattutto per i rinegozi.
Il fatto però che ci troviamo in una situazione di stallo, quella che viene denominata “il cavallo non beve”, non lascia in ogni caso tranquilli.
Cresce di poco il prodotto interno lordo, si investe con il misurino, ci si rifinanzia a buon mercato a scapito della produzione, la disoccupazione giovanile si sta consolidando, siamo saturi, il progresso tecnico trascina meno, facciamo fatica a reggere la competizione aperta, siamo accerchiati, temiamo il riflusso dell’immigrazione, ecc.
Non c’è da star tranquilli anche se le associazioni di riferimento e diversi analisti sostengono il contrario ma noi non abbiamo i colossi ed il loro indotto.
Abbiamo sì dei coraggiosi imprenditori che presidiano le loro nicchie sfidano la concorrenza a viso aperto ma per il resto ci fatturiamo addosso.
Insomma se non abbiamo proprio paura siamo per lo meno preoccupati.
O forse andiamo giù di brutto per esorcizzare il tutto.
Per il momento prendiamo atto che la quota di proprietari aumenta tutti i giorni di più.
Quota che resta una delle garanzie per il nostro paese!

Per quanto riguarda i Rustici l’autorità federale ha mantenuto la richiesta di escludere svariati territori dai paesaggi con edifici e impianti protetti per una superficie complessiva di ca. 6'940 ettari con 1'400 rustici.
In poche parole hanno deciso di mantenere il ricorso proprio per quei rustici che sono facilmente raggiungibili e quindi più pregiati.
Nella procedura sono coinvolti una sessantina di Comuni ed i proprietari che subiscono l’estromissione dei beni di loro proprietà.
Degna di alta considerazione la decisione del Presidente del Tribunale cantonale amministrativo  di allertare gli interessati, se ci è concesso il termine, ordinando la pubblicazione del ricorso del Dipartimento Federale e concedendo un termine appropriato a coloro che sono stati colpiti per inoltrare ricorso (dal 7 di gennaio al 7 aprile 2104).
Per quanto riguarda i funzionari della fossa degli orsi, forse schiacciati dall’altopiano che non li considera più di tanto, speriamo che non si sfoghino sulle regioni periferiche come la nostra.

La nostra banca nazionale non sarà in grado di distribuire utili sebbene abbia guadagnato soldi con il fondo parcheggio dei titoli tossici della UBS e con la vendita di valute pescando nel marginale.
Purtroppo il crollo del valore dell’oro, passato da punte di Fr. 50'000.- al chilo a Fr. 35'000.-, ha imposto una valutazione al ribasso del magazzino.
Niente di male, nel tesoro abbiamo una trentina di articolati pieni di oro.
Verranno buoni al momento opportuno.

Per finire un buon anno a tutti.
A voi e a tutti i vostri cari.


Il Presidente Cantonale
Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini