Da Economia Fondiaria no. 2/2013

Sebbene già nella storia “cantonticinese” permetteteci di soffermarci sul leader della Lega appena scomparso, personaggio controverso ed altrettanto generoso. Un navigatore solitario che ha individuato per primo le diverse rotte di collisione per il nostro cantone finendo raramente spiaggiato. Un uomo curioso, lettore instancabile, certamente molto più di taluni benpensanti o di parte della classe politica. Per quanto ci riguarda era uno dei nostri; un costruttore, un operatore, un proprietario ed un amministratore. Tanto quanto bastava per poter discutere con lui senza perdersi nei fronzoli. In taluni casi a muso duro ma sempre correttamente.

E la parola era la parola!

Tutto questo ovviamente non legittima l’aver talvolta colpito persone nei loro affetti ma del resto chi non ricorda il “celodurismo” bossiano ed il recente “vaffa” grillino.

E poi negli ultimi tempi non fu il solo, anzi!

Magari con più garbo ma pur sempre sotto la cintura.

Forse il suo merito maggiore è stato quello d’aver significato alla classe politica, di per sé già indebolita,  il pericolo di venir sommersa dall’amministrazione locale e centrale.

Ora, senza alibi, vedremo se la nuova classe politica saprà navigare il Cantone nel suo lento ma sicuro ridimensionamento. Finora siamo vissuti di rendita, che fra l’altro continuiamo a prendere a pedate, ma ora abbiamo imboccato il decennio del realismo politico.

Il giocare con le emozioni non sarà più sufficiente, come pure vivacchiare con le frasi fatte tipo: andiamo a prendere i soldi dove ci sono massacrando il risparmio oppure il trito e ritrito “giù le mani di un qualche cosa…”

La lenta consegna delle competenze all’amministrazione centrale ed in subappalto a quella locale è stato il motivo che ci ha spronato a schierarci contro la modifica parziale della legge sulla pianificazione.

Una legge che avrebbe alimentato maggiormente l’esproprio latente della sovranità cantonale, il tronco del nostro federalismo che molti ci invidiano e che vorrebbero copiare.

L’erosione della sovranità, e lo riconosciamo, è dettata anche dal fatto che siamo accerchiati.

Ma ciò non giustifica la resa dei Cantoni a favore di una centralizzazione omologando così il paese e confiscandone la sostanza per stordirlo.

Esageriamo?

Non poi così tanto almeno alla luce di taluni discorsi politici già lanciati come il maggior peso politico da assicurare ai 6 Cantoni più popolosi - per intenderci le città - oppure alla luce delle sempre più frequenti forzature nel muro della competenza fiscale. Vedi tassazione delle eredità, delle plusvalenze pianificatorie, delle holding, dei globalismi, ecc.

Senza dimenticare la gestione territoriale e delle politiche settoriali (dove, come, quando e chi).

Noi siamo entrati in battaglia soprattutto perché convinti che chi potrà gestire il territorio ed avrà  competenza fiscale avrà in mano il paese.

In breve: l’Altopiano con le sue città rosso-verdi.

Purtroppo, a parte le associazioni economiche ed i partiti borghesi, pochi si sono profilati contro questa legge.

Anzi, Governo e Comuni, con delibera circolatoria o per analogia ai consessi federali, si sono schierati a favore in compagnia della SIA ( che non è la Nasa, ma l’associazione degli architetti, degli ingegneri e dei pianificatori, quelli che hanno interpretato al meglio (sic!) le norme da loro stilate!) e di talune associazioni illuminate che predicano agli altri la crescita sostenibile per poi fucilare le  “micro centrali”, le pale eoliche e quant’altro.

A proposito di impegno, abbiamo chiesto al Governo, come da scritto allegato, di assumersi direttamente la responsabilità della sala comando chiamata alla gestione dello stallo nel comparto dei rustici, della definizione della legge sulle residenze secondarie ed del doloroso taglio delle zone edificabili.

A parte il discorso della perdita della sovranità cantonale ci siamo mossi anche nel nome della tutela della proprietà, diritto fondamentale iscritto nella costituzione.

Pensiamo solo all’obbligo di costruire entro tot anni! Roba da economia panificata...

Ritornando alla nostra sollecitazione abbiamo pure chiesto di evitare qualsiasi balzo in avanti nella definizione dei letti freddi o tiepidi; in poche parole chiudere a doppia mandata la stanza degli esperimenti.

Dopo i Vallesani il Cantone che ha manifestato la maggior resistenza in occasione della votazione è stato comunque il nostro.

Ed è già un bel risultato e siamo convinti che in buona parte è dovuto al vostro impegno, impegno che collaudate sempre di più.

Una continua palestra dunque.

Valore locativo per la terza età, risparmio alloggio prima versione e residenze secondarie.

Vedremo ora di ossigenarci in attesa del probabile confronto sulle stime sempre che vi sia lo spazio per una discussione pacata visto che fra rasature e declino fra poco bisognerà ridurle e non aggiornarle per far cassa.

Va bene; ora prima di spacchettare ed archiviare questa battaglia riteniamo opportuno riportare il nostro promemoria che servì per orientare la campagna.

Come del resto in occasione della votazione sulle seconde residenze.

Speriamo che anche questo promemoria vi possa interessare se non altro come prova a futura memoria.

A proposito, dopo pochi giorni, è già stata annunciata la seconda parte della revisione e ventilata l’intenzione da parte di un gruppo di progressisti con la paghetta “du babbo” di lanciare una iniziativa contro la casetta monofamiliare.

Insomma o sappiamo leggere il futuro o portiamo scalogna!

Ad ogni buon conto buona lettura.

Visto che abbiamo ricordato l’intenzione latente di rendere più ricco il ticinese manovrando sulle stime la nostra segretaria cantonale ha riordinato le varie applicazioni delle stesse.

Così risulterà a tutti chiaro le varie ripercussioni.

Sul fronte del costo del denaro, ci riferiamo al tasso ipotecario, sembrerebbe che stiamo imboccando l’aumento dopo anni di discesa a livelli storici.

Complici un timido risveglio dell’inflazione e la leggera stretta creditizia in atto dovuta a necessità di bilancio dettate anche dalle nuove disposizioni in merito al capitale necessario per coprire i rischi.

Si presagiva già l’andamento ma ci si interrogava sull’ampiezza della correzione.

Alla luce dei primi rilevamenti di 29 istituti bancari ed assicurativi parrebbe acquisito un aumento compreso fra lo 0,2 – 0,25 % del tasso medio sui 10 anni. Minore ovviamente per durate più corte.

Resta ancora aperta la conseguenza della messa in vigore al 30 settembre del “cuscino congiunturale” che imporrà un’ulteriore copertura dei rischi per i crediti concessi nel residenziale, copertura che bisognerà assicurare con mezzi propri o con obbligazioni convertibili.

In pratica, capitale che costerà e il cui costo verrà ripercosso sui crediti.

Infatti il portavoce di una banca cantonale d’oltre Gottardo ha affermato “ il capitale proprio è la materia prima e quindi costa, logico quindi ribaltarne il costo sui clienti”.

Però non fasciamoci la testa.

L’importante è stare all’erta e se possibile mixare con dovizia allungando le durate del credito.

Occhio anche agli importi più importanti.

Con una sola durata vi é dell’azzardo.

Rientrando bene alla scadenza si è fatto bingo, nel caso contrario qualche mal di pancia.

A parte questo aumento tecnico restiamo ancora abbastanza convinti che un aumento significativo non interverrà prima dell’autunno.

Inoltre non bisogna dimenticare che vi è sempre spazio nelle trattative in presenza di coperture di qualità.

Riallacciandoci al cuscino congiunturale, per il quale si era spesa anche la nostra Banca nazionale, è giusto fare notare come quest’ultima si sia mossa molto bene navigando acque molto agitate.

Una squadra d’eccellenza, senza dubbio.

La banca ha anche maturato un ottimo risultato non da ultimo con il famoso StabFund, quel raccoglitore di titoli tossici che l’UBS aveva nella stiva e che la stava trascinando a fondo.

Comperate per saldo, quindi scontate per benino, applicando una remunerazione non proprio leggera sul prezzo convenuto.

Un parcheggio che si sta già rivelando redditizio e che anzi alla chiusura dello stesso, prevista fra un paio d’anni, potrebbe rivelarsi un vero affare.

Per la gioia della Confederazione e degli affamati Cantoni.

E se l’Europa dovesse uscire dall’empasse la banca nazionale potrebbe pure conseguire maggiori utili in valuta sbolognando la montagna di euro rastrellata.

Diciamo utili maggiori perché in effetti è già  attiva pescando nelle opportunità a corto termine.

Quindi ottima squadra e verifica del nostro credito….. di bandiera.

Le buone notizie non giungono solo dalla nostra banca nazionale.

Anche la Confederazione ha chiuso i suoi conti positivamente.

Ed è il settimo anno consecutivo.

Un timing biblico che potrebbe anche inquietare.

Infatti le entrate non hanno raggiunto il preventivato ed il risultato positivo è stato conseguito  anche per il costo ridotto in interessi del nostro debito pubblico.

Senza dimenticare la competenza nella gestione della tesoreria.

In realtà buona parte del risultato è dovuto alle ganasce del freno sull’indebitamento.

Uno strumento che cintura i preventivi sottraendoli alle fantasie dei politici.

Questo strumento sarebbe molto utile anche per il nostro Cantone e basterebbe copiare, come proposto alcuni anni fa, senza avventurarci in un sistema che trascini anche una sorta di moltiplicatore.

A questo punto è bene ricordare che lo strumento, in vigore dal 2001, era stato approvato dal popolo e dai Cantoni a larga maggioranza e che fu applicato dopo una bella spazzolata sulle spese applicando tagli lineari.

Insomma dopo aver preparato il pupo!

Ora sembra che anche le FFS abbiamo l’intenzione di dotarsi di un simile strumento.

Se fosse il caso, accanto alle verifiche già in corso della copertura dei costi per tratta, la tenaglia sui servizi sarebbe ancora più incisiva.

Con tanti saluti alla copertura del territorio ed alle tariffe convenzionate.

Come potrete desumere dal nostro promemoria buona parte delle riserve per uno sviluppo centripeto passeranno dalla valorizzazione delle aree industriali dismesse e dall’utilizzo delle aeree non più strategiche delle ex-regie federali con speciale riferimento alle FFS.

Proprio oggi leggiamo che un altro progetto importante è stato sviluppato Oltralpe e più precisamente a Effretikon e sempre partendo dai terreni delle FFS premiati con edificabilità di tutto rilievo.

Sono infatti previsti immobili da 15-16 piani tanto per intenderci.

Prospicienti alla stazione, quindi sul privato, lo stesso piano di quartiere di una superficie di 30'000 mq,  prevede costruzioni analoghe a sviluppo verticale.

Il nuovo quartiere ha ricevuto la benedizione delle autorità malgrado la strenua resistenza di due vegliardi proprietari che non vogliono vendere.

I due vegliardi hanno lanciato un appello a tutte le associazioni possibili, ma a quanto sembra con scarso successo.

Stiamo ovviamente scherzando anche se un’ispezione varrebbe la pena farla.

Almeno da parte della STAN e dell’ASPAN.

Magari vi è del tessuto da salvaguardare.

Tutto quanto per dire che oltre Gottardo sono anni che remano nella valorizzazione delle aree dismesse considerate non più strategiche.

Non perché sono particolarmente intelligenti ma per il semplice fatto che loro le hanno e noi no!

A proposito dei contenuti del piano di quartiere appena citato: 60% della superficie totale nel residenziale  ( 400 appartamenti) ed il rimanente 40% in uffici e superfici di vendita.

Investimento previsto 480 milioni. Mica male per una superficie di 30'000 mq.

Sempre rimanendo nel tema Winterthur lancia pure un megaquartiere che fa perno sull’area ferroviaria e sulla costa pregiata del lago di Zurigo una ditta ancora attiva propone di uscire dalla condizione di area protetta come “reperto industriale”.

Per quest’ultima la legge potrebbe rivelarsi un autentico toccasana.

Monetizzare e portare le macchione magari in Bulgaria!

Una vitalità che conferma quanto scritto nel messaggio e cioè che il “centripeto” passerebbe più dal recupero delle aree dismesse o da quelle risucchiate dal tessuto urbano e meno dall’aumento degli indici.

Per concludere abbiamo sottolineato in dibattiti ed in diversi scritti la perversa tendenza di castigare l’espansivo ( le casette) a favore dell’urbano.

Le zone delle casette hanno contribuito a sciupare il territorio rimorchiando enormi spese in infrastrutture.

Le casette “ delle vedove verdi”, dei pendolari parassiti e di quelli che hanno indirizzato sogni e risparmi sulla propria residenza, modesta pur che sia.

Gente che ha seguito il miraggio della “ Hüsli-Schweiz”, in pratica quelli che abitano ancora la maggior parte dei nostri Comuni, rovinando così il paesaggio che poteva essere migliore se avessimo costruito in altezza nell’urbano garantendo così una migliore occupazione.

Ora non bisogna essere uno scienziato per capire che l’estensiva divora più territorio dell’intensiva e che quindi il riproporre continuamente la considerazione incomincia a rompere le scatole.

Poco importa se chi le propone sono Professori, emeriti o meno, oppure pianificatori!

Anzi, continuando così arrischiano di svegliare il can che dorme, cioè i proprietari!

Ma forse sarebbe meglio così!

Il Presidente Cantonale

Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini