Da Economia Fondiaria no. 3/2013

Le ganasce dei paesi limitrofi sul segreto bancario sono sempre in azione ma non solo su noi e qualche “staterello” o isolotto protetto, ma anche fra fratelli e consanguinei.
Le rivelazioni contenute in un solo supporto tecnico inviato per posta hanno scatenato il marcamento a zona anche con gli anglosassoni e gli americani.
Proprio sui più convinti fautori della finanza creativa e delle scommesse finanziarie che ci hanno poi fatto perdere una montagna di grana...
Ecco che grazie a questo invio, probabilmente ben gestito, la pressione sale su tutti.
G 7, G 20, EU, USA, GB, insomma il mondo che conta con l’eccezione di qualche paese emergente che non va ancora per il sottile visto che la formazione e l’accumulo di risorse è al top!
Si invocano le norme di rigore dell’OCSE come pure quelle a livello planetario.
L’impressione generale è che la disponibilità a mollare sullo scambio di informazioni ed ai distinguo di tenuta (frode/evasione) verrà agganciata al motto “ o tutti o nessuno”.
Per noi non sarà facile visto che non siamo particolarmente muscolosi ma per lo meno potremo guadagnar tempo senza prostrarci maggiormente, cercando di confonderci nel variopinto plotone.
Al nostro interno con la strategia del danaro bianco (dichiarato) si sta cercando di demolire il segreto bancario che è uno dei baluardi della discrezione, della riservatezza e della protezione della sfera privata.
Ci auguriamo perciò che l’iniziativa lanciata da alcune formazioni politiche tesa a chiedere l’inserimento nella costituzione del segreto bancario abbia successo, in modo da riordinare il dibattito sul segreto bancario e lasciare l’ultima parola al popolo sovrano, che fra l’altro si è già pronunciato in modo deciso a favore della tutela dello stesso in occasione di un recente sondaggio.
La conferenza dei  Direttori Cantonali delle finanze per bocca del loro presidente si é però già pronunciata contro l’inserimento del segreto bancario e ti pareva…
Parallelamente la potente lobby si è dichiarata preoccupata per la pressione esercitata dai paesi limitrofi sulle agevolazioni che i Cantoni concedono alle case madri che hanno la sede nei nostri confini ma producono altrove.
Da noi la testa pensante che fattura attratta dalle nostre ottime condizioni quadro e fuori la produzione in funzione dei mercati e dei costi.
Ed alle nazioni ciò non piace specialmente quando la localizzazione alle nostre latitudini viene accompagnata con tassazioni molto competitive.
La presenza di simili strutture aziendali rappresenta per noi una fonte di reddito e di lavoro importante ed una rete di relazioni formidabili.
Recentemente la medesima conferenza si è pure scagliata contro le iniziative per imbrigliare gli stipendi (tetto massimo) e contro l’iniziativa tesa a tassare maggiormente le eredità e le donazioni.
Ma guarda un po’.
Ora vien buona la sovranità cantonale!
Infatti i cantoni hanno incominciato a fare quattro calcoli ed hanno capito che continuando così, il tema “decrescita” - sostenibile o meno - sarà per qualche decennio all’ordine del giorno.
Quello che fa ridere i polli è che oltre a reggere la pressione esterna ora dobbiamo anche fronteggiare quella interna trascinata da un dilettantismo da far spavento ma con grossa presa.
Il sicuro risultato: la prossima generazione arrischia di brutto e non per niente la si considera già “fantasma”.
Fra l’altro questa situazione generale di pressione fa il gioco di coloro che desiderano omologare al ribasso il paese ed agganciarci all’Europa sventolando, quando la situazione si fa tesa, fantomatiche misure fiancheggiatrici.
Per quanto riguarda la tassazione delle società giuridiche, propongono di tassarle tutte con l’aliquota del 16% così si appiattisce il paese e gli esterni non dovrebbero più rompere le scatole.
E se qualche Cantone vuole tassarle di più lo può fare tranquillamente così può esercitare la propria sovranità.
Qualche tempo fa avevamo sottolineato il tentativo di picconare la sovranità fiscale cantonale ed ecco che questa intenzione dei progressisti trova sempre maggiore conferma.
La sovranità fiscale è il vero supporto della sovranità cantonale.
Tolta quella, tanto vale ridisegnare il nostro futuro.

Ma in mezzo alla tempesta, globale o meno, la Svizzera è ancora una roccia.
Abbiamo il sistema bancario migliore al mondo ed un eccellente Stato di diritto, un tantino costoso, ma che tutti ci invidiano.
Abbiamo il più alto tasso innovativo ed il tasso di disoccupazione più basso al mondo.
Insomma siamo virtuosi anche perché chi ci invidia è nettamente peggiore di noi.
E lo stramare in esternazioni inopportune e temerarie poco supportate dalla evidenza dei fatti e dalla storia in un momento delicato come questo - dove parecchi spettatori sarebbero pronti ad invertire i cartelli indicatori pur di vederci finire sulle transenne e ritardare così il processo d’adeguamento - è francamente imperdonabile.
Meglio ancora, demenziale.

Ritornando nel nostro bel Ticino qualche notizia positiva e qualche notizia negativa.
Intanto in Leventina si è trovato il consenso per la realizzazione di un’area autostradale per mezzi pesanti.
Una infrastruttura importante che dovrebbe garantire ricadute interessanti e mitigare il disagio rappresentato dalle file di autocarri stipati pericolosamente ai bordi delle autostrade.
A Bellinzona luce verde per l’IRB, magnanimamente azionata dai soliti irriducibili,  sempre che lo stesso non abbia perso lo slancio.

Per quanto riguarda le tratte strategiche per il Locarnese e per il Mendrisiotto, ambedue inserite grazie allo sforzo di alcuni nostri deputati nel programma delle strade nazionali, arrischiano grosso.
Non perché verranno stralciate ma la loro realizzazione slitterebbe a babbo morto qualora l’aumento della vignetta autostradale venisse bocciato dal popolo.
Il fondo per le strade, novità interessante per far confluire finalmente tutte le accise che colpiscono il traffico privato senza turbinarle in un unico calderone, verrebbe alimentato di meno ed il disponibile rivendicato dagli agglomerati ora così in auge.
D’altra parte il fatto che le vetture consumano meno hanno convinto il Dipartimento Federale a proporre un aumento importante dell’accisa sui carburanti.
Bisogna dare atto di una certa onestà intellettuale; stavolta il probabile aumento non è stato contrabbandato come misura dissuasiva o di disciplina.
Manca la grana, tutto lì!
Una notizia negativa è sicuramente il collasso della tratta ferroviaria italiana della Mendrisio- Arcisate e v’è da sperare che la tratta stradale, per quanto detto sopra, non subisca pure ritardi slittando in fondo alle priorità.
Balla anche il Fox Town attrattiva del Ticino assieme alle costine ed al blues.
Certo abbiamo il festival del Cinema, il San Giorgio, le bolle di Magadino, castelli e mercati, percorsi vari, ma è indubbio che il Ticino “terra di artisti” è stato un flop.
Insomma il FOX volente o nolente è un “Begriff” al punto che diversi confederati si buttano regolarmente nel traffico”collassato”.
Anche qui affaire à suivre.

Ogni tanto riaffiora il discorso delle cooperative e delle fondazioni. Riaffiora perché cavallo di battaglia di chi sostiene che l’edilizia pubblica o popolare è l’unica risposta alle storture del mercato e perché oltre Gottardo è un discorso operativo. Per farla breve è un argomento di cronaca continua.
A Zurigo, tanto per fare un esempio, il popolo ha votato nel novembre del 2011 con maggioranza bulgara l’obiettivo di raggiungere entro il 2050 (fra l’altro allungo dei termini è un classico per catturare il consenso) una quota del 33% in appartamenti a pigione moderata di proprietà di cooperative e delle fondazioni di interesse pubblico.
Un obiettivo fattibile ma di enorme stress.
Alle nostre latitudini sarebbe un’autentica follia non potendo partire da una dotazione storica come a Zurigo cifrabile già oggi al 25%; sarebbe come dire che dovremmo avere, tenendo conto degli appartamenti messi a reddito, almeno 30'000 appartamenti a canone convenzionato.
Ma perché ritorniamo a parlarvene?
Perché quanto da tempo andiamo dicendo si sta avverando.
A Zurigo ora ci si accapiglia per definire chi potrà usufruire delle disponibilità in essere e future e come dovrà essere garantito l’utilizzo.
La soluzione proposta è quella di fissare una soglia di sbarramento in funzione delle disponibilità finanziarie al disotto della quale si è nella categoria del bisogno ed inserire nel regolamento l’occupazione adeguata ed effettiva..
C’é chi propone di destinare questa porzione di parco immobiliare ad utenza appartenente ai ceti meno abbienti con controllo ferreo dell’adeguata occupazione (tot persone per unità abitativa) e chi ritiene che non si debba formalizzare più del tanto e mostrarsi piuttosto flessibili.
A quest’ultima categoria appartiene paradossalmente parte di quelle persone che si sono prodigate a convincere il popolo e che adesso si vedrebbero sbarrare l’accesso a questa edilizia convenzionata perché appartenenti ad un solido ceto medio.
Una conferma dei soliti problemi di assegnazione, di controllo ai quali vanno aggiunti quello della produzione (chi fa che cosa con i soldi degli altri e soprattutto come!).
Ed il “come”vuol dire riaprire il discorso sul prodotto popolare che non può essere che semplice, compatto e prodotto in serie.

In Svizzera e nei Cantoni si parla volentieri della tassazione dei ricchi malgrado esista da tempo.
Basta considerare l’effetto della progressione delle aliquote per rendersene conto.
I bassi redditi pagano poco, quelli medi pagano di più e le classi superiori molto di più.
Francamente non è una novità ma troppe volte, sebbene attorniati da centri di competenza, non ci si sofferma sull’argomento più del tanto.
Pudore, freddo calcolo, politicamente non corretto, costatazione irrilevante; giudicate voi!
Ed eccovi qualche cifra partendo dei dati del 2009  in  merito all’imposta federale.
La classe con la minor forza contrattuale e che presenta un’imponibile fra il 30'000.- ed i Fr. 40'000.- corrisponde a ca. l’11 % delle persone fisiche e versa lo 0,4%; quella superiore compresa fra il Fr. 30'500.- ed il 60'700 corrisponde a ca. il 38% delle persone fisiche ed assicura il 5,5% dell’incasso.
Quindi ca. la metà del paese  genera il 6% dell’incasso.
Ed allora portiamoci verso il ceto medio passando alla fascia Fr. 60'800 – Fr. 91'200, che rappresenta ca. il 27% dei contribuenti e contribuisce al 10,7 % dell’incasso.
Quindi le prime tre categorie che rappresentano ¾ del paese (75,6%) contribuiscono alla raccolta per il 16,6%.
A questo punto risulta evidente che il rimanete quarto del paese garantisce l’83,5 % della raccolta.
Questo quarto è composto dal ceto medio superiore (Fr. 91'300.- - Fr. 121'600.-), dal ceto più abbiente ed oltre ( Fr. 121'700/ Fr. 607'800.-) e dai superredditi (oltre Fr. 607'800.-).

Ed ecco la composizione:

ceto medio superiore     12,7%    dei contribuenti per l’11’5% di raccolta

abbiente ed oltre           11,5%    dei contribuenti per il 53% di raccolta

superredditi                    0,3%    dei contribuenti per il 19% di raccolta

Risulta quindi provata la constatazione che il paese con la tassazione esponenziale dei redditi del lavoro e della sostanza è trascinata dal 12 % dei contribuenti e che i superredditi bisogna assolutamente tenerceli stretti.
Anzi se potessimo importarne qualcuno non sarebbe male e non per nulla che la diaspora dei direttori cantonali delle finanze si sono scagliati contro il “plafonamento” dei redditi dal lavoro ed a favore del mantenimento della tassazione in base al dispendio (globalisti).
Dal ceto medio superiore la copertura dell’AVS per terzi è inoltre rafforzata.
In poche parole si paga per altri in base alla solidarietà.
Tutto quanto per dire, senza beatificare o mortificare nessuno, che l’ascensore sociale funziona con pochi motori e con intelligenti contrappesi.
Inutili sovraccarichi sono quindi pericolosi e controproducenti.
Si scende tutti di qualche piano un po’ più poveri compiaciuti di aver innervosito i benestanti.
Un po’ come quello che affermava di aver beccato un mucchio di botte ma di averne dette tante…

Qualche settimana fa siamo stati ricevuti dal Consiglio di Stato che ci ha concesso di esprimere apertamente i nostri timori e le nostre sensazioni.
L’udienza è stata da noi richiesta con lo scritto pubblicato nell’ultima EF.
Nella riunione ci è stato possibile sottolineare le preoccupazioni per la seconda residenza, per i rustici, per il collassato sistema viario e la rimessa in discussione delle tratte ferroviarie regionali, per la traduzione della nuova legge sulla pianificazione, le prime crepe nel mercato degli uffici e quant’altro.
Non abbiamo mancato di sottolineare il fatto, come per le seconde residenze, che non siamo rappresentati nel gruppo di studio a livello federale come pure di significare la nostra chiusura ai prospettati aumenti dei valori di stima.
In poche parole abbiamo chiesto la responsabilità del nostro Governo dato che le partite in gioco sono importantissime per la sostanza e per il risparmio.
E per responsabilità intendiamo la continua messa all’ordine di queste importanti questioni senza far perno alla sola delega dipartimentale.
Giusto quindi ringraziare il nostro Governo per la prontezza dimostrata.
Da parte nostra rimaniamo a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Al fischio come si suol dire.

Da ultimo sembra che il documento sottoscritto dai partiti e reso pubblico come decreto - stiamo parlando della famosa road map - stia perdendo smalto.
Speriamo che l’intenzione di sanare le finanze con misure strutturali non resti perciò lettera morta in attesa della prossima legislatura oppure che venga inquinato con pesanti condizionamenti.
Saremmo d’accordo…però….ecco le priorità del paese….le sensibilità sono diverse come pure le priorità e quant’altro.
La collaudata tuta per sparire nei canneti.

Da ultimo un plauso al bosco.
In questi giorni di pioggia è semplicemente maestoso.
E ci ricorda che viviamo in un gran bel paese.

l Presidente Cantonale

Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini