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Lodevole
Dipartimento Federale di
Giustizia e polizia DFGP
Berna


Lugano, 20 aprile 2017



Modifica della Legge federale sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero: procedura di consultazione


Egregi Signori

Vi ringraziamo di aver coinvolto la nostra associazione nella procedura di consultazione relativa alla modifica della legge sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero (LAFE).
Senza entrare nelle singole proposte, qualcuna esposta come elemento di discussione -una vera chicca nel processo legislativo - vi anticipiamo che la CATEF, la Camera Ticinese dell’Economia Fondiaria, è contraria alle modifiche proposte per il semplice fatto che non le considera necessarie (kein Handlungsbedarf!).
A supporto di tale affermazione ricordiamo che il fulcro delle leggi (partendo dal decreto Furgler, passando dalla Lex Friedrich fino alla Lex Koller) erano le residenze secondarie (svendita della patria) e l’influsso della domanda estera sulla dinamica dei prezzi e degli affitti.
Dinamiche che nel corso degli anni si sono rivelate marginali tant’è vero che la vendita di residenze secondarie allo straniero da anni non raggiunge il contingente annuo fissato e che il mercato a reddito non dipende dal titolo di proprietà ma semplicemente dalla domanda. Del resto l’investitore, indigeno o straniero, ricerca il reddito consolidato proiettandolo su archi temporali ad ampio respiro.
L’elemento speculativo non è quindi preponderante.
Ritornando alla residenze secondarie l’influsso paralizzante della Lex Weber risulta sempre più palese circostanza che rende lo specifico mercato immune dalla domanda esterna che si indirizza prevalentemente su residenze nuove e non datate.
Un motivo in più per non invocare emergenze inesistenti.

Buona parte di questi ragionamenti, con l’eccezione della Lex Weber, furono del resto esposti nella proposta di abrogazione della Legge federale sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero del 31 luglio 2007.
Opportuno quindi ricordare che nel corso degli anni si era già deciso di alleggerire la legge avendone constatato il suo superamento, e puntando come detto addirittura alla sua abrogazione, una decina d’anni orsono.
Si argomentò allora anche con il diritto internazionale ed i vari impegni assunti, impegni ai quali siamo oggi maggiormente e pericolosamente esposti.

Abbiamo ragione di credere che la proposta di abrogazione del 2007 sia stata poi ritirata per la resistenza esercitata da parte degli investitori istituzionali, fondi – casse pensioni – assicurazioni, che temevano la concorrenza degli investitori stranieri nel mercato dell’investimento negli immobili residenziali a reddito mentre il quotato in borsa era tutto sommato tollerato non da ultimo perché indirizzato inizialmente sulla destinazione non residenziale ( volumi con contenuti lavorativi, uffici e commercio).

La riserva attualmente espressa di una potenziale presenza di investitori esteri disposti ad invadere il mercato malgrado redditività insufficienti e non di dottrina ci sembra un pelino temeraria. E' vero piuttosto il contrario: gli istituzionali svizzeri, preso atto delle redditività alternative a dir poco deludenti, hanno spremuto il mercato con la prontezza ad annacquare il loro portafoglio d’investimenti costruito in decenni di oculata gestione, pur di evitare gli interessi negativi praticati dalla BNS.
Lo straniero, diciamolo pure, in genere si attiene alla dottrina e tiene conto anche di altre realtà territoriali.

Del resto la prova del “nove” è data dall’atteggiamento della potentissima associazione degli investitori istituzionali attivi sul mercato immobiliare (Verband der Immobilien-Investoren) che raggruppa anche il quotato in borsa che a quanto ci risulta da una sua presa di posizione ufficiale si dichiara a favore del mantenimento della Lex Koller così com’é.

Noi sinceramente saremmo per l’abrogazione, richiamando gli accordi internazionali, la realtà del mercato (domanda marginale se non insignificante a livello macroeconomico) e per la presenza di limitazioni di natura “pianificatoria” sempre più stringenti.
Ma non essendo questo il quesito posto ci limitiamo, per coerenza con gli iter finora condotti e nel rispetto della realtà dei fatti, a ribadire che non vediamo la necessità di modificare l’attuale legge in vigore rendendola più restrittiva.


Grati per aver coinvolto la CATEF nella procedura di consultazione vogliate gradire, egregi Signori i sensi della nostra massima stima.


La Segretaria cantonale
Avv. Renata Galfetti

Il Presidente Cantonale
Lic. rer.pol Piazzini Gianluigi