Siamo stati interpellati dal Dipartimento del territorio ad esprimerci sul progetto di modifica del decreto esecutivo già in essere concernente i provvedimenti d’urgenza in caso di inquinamento atmosferico acuto. Siamo grati per questa attenzione nei nostri confronti. La nostra risposta è stata negativa perché si ritiene che il provvedimento sia sproporzionato ed indirizzato prevalentemente al traffico motorizzato che come si sa non è il maggior produttore dell’inquinamento (25%). Del resto anche la popolazione ticinese respinse a larga maggioranza (il 73,3%) l’iniziativa che chiedeva di introdurre per 4 domeniche all’anno il divieto generale di circolazione. Sussistano inoltre fieri dubbi sulla competenza del Governo a poter decidere simili provvedimenti. Per fugare ogni dubbio si dovrebbe scomodare per la seconda volta il Tribunale Federale visto che si è già espresso sull’argomento. Anche sull’efficacia delle misure che in buona parte già sussistono siamo piuttosto scettci. Da ultimo ci sembra opportuno ricordare che stiamo parlando di pochi giorni di sforamento all’anno! Non nascondiamo che malgrado le misure non convincano per niente siamo sinceramente preoccupati qualora il quadro che oscilla sotto gli occhi fosse veritiero. A tal proposito siamo per il confronto ed il controllo dei dati congiunto. Lasciamo alla vostra lettura la nostra risposta con la prontezza di raccogliere suggestioni e suggerimenti.

Lodevole
Ufficio dell’aria, del clima e
delle energie rinnovabili
Via Franco Zorzi 13
6500 Bellinzona


Lugano, 30 agosto 2016



MODIFICA del decreto esecutivo concernente i provvedimenti d’urgenza in caso di inquinamento atmosferico acuto (procedura di consultazione)

Egregi Signori,

Vi ringraziamo per averci coinvolti nella procedura di consultazione, opportunità che ci permette di significarvi che il CD della CATEF è contrario alla modifica proposta. Una contrarietà che non si basa su resistenze d’ordine ideologiche o di convenienza ma che poggia su sinceri convincimenti come:

 

  • La convinzione di essere continuamente confrontati con un clima di perenne urgenza quasi per giustificare il rispolvero di proposte oggi non più attuali.
  • I rilevamenti vanno interpretati e condivisi. Bastano infatti due centraline mal posizionate per mettere in allarme un’intera regione. Per la condivisione e relativo controllo andrebbe perciò organizzato al più presto un tavolo di verifica composto da tecnici e dai rappresentanti dei soggetti economici coinvolti. Impressiona inoltre la consolidata prudenza nell’interpretazione dei risultati positivi registrati negli ultimi anni nel contenimento dell’inquinamento, accompagnata dal soffuso “si poteva fare meglio”.
  • Il formidabile progresso tecnico viene oscurato se non sfiduciato. Si pensi solo alla rivoluzione in atto nel mondo del lavoro che - seppur marginalmente - richiederà meno mobilità, alle norme edificatorie che isolano a tal punto i volumi da richiedere di ventilarli artificialmente, al progresso della motorizzazione sempre più “ibrida” se non in buona parte a propulsione elettrica, ai continui, dispendiosi ed efficaci controlli degli impianti, alla sensibilizzazione dell’utenza, ecc. E ancora, basti pensare alla decisione presa dalla Norvegia di vietare l’immatricolazione di vetture a motorizzazione convenzionale entro pochi anni ed allo sforzo in atto dell’industria automobilistica tedesca nella conversione e nello sviluppo.
  • La nostra economia, sempre più confrontata con un mercato nervoso ed ad una concorrenza agguerrita, brucia già oggi importanti risorse sull’altare della burocrazia proprio quando deve dimostrarsi reattiva. Limiti da “vigili con paletta” non solo contraddicono lo sforzo continuamente sbandierato dalle autorità teso a diminuire la presa del collare burocratico, ma aprono ulteriori fronti di confronto poco costruttivi e dispersivi. A tal proposito basti ricordare le innumerevoli eccezioni per il traffico motorizzato elencate al capoverso 2 dell’articolo 8.
  • Pur scontando il fatto che ci troviamo al limite di una macroregione densamente popolata ci sembra molto più avveduto adottare programmi implementati a livello nazionaleevitando di imboccare la solita via solitaria.
  • Alla luce della giurisprudenza del Tribunale Federale (in particolare nella STF 121 I 334) dubitiamo poi che le misure di contenimento del traffico – in quanto contenute in atti normativi generali e astratti – siano compatibili con l’art. 3 della Legge federale sulla circolazione stradale.


Per tutti questi motivi, non da ultimo anche perché ci troviamo confrontati con un decreto per il quale si chiede l’ampliamento senza il conforto della lettura del conseguito e dell’estrapolabile, il Consiglio Direttivo è contrario alla proposta messa in consultazione.
Accompagna comunque questo atteggiamento con la prontezza a contribuire alla creazione di un’istanza di controllo sulla reale situazione con l’apporto di professionisti esterni e se del caso a supportare con la necessaria fermezza programmi regionali efficaci e condivisi.


Con stima.

La Segretaria Cantonale
Avv. Renata Galfetti


Il Presidente Cantonale
Lic.rer.pol. Gianluigi Piazzini