Da sempre la Camera Ticinese dell'Economia Fondiaria - CATEF, l’associazione che tutela l’economia fondiaria e gli interessi dei proprietari immobiliari singoli e collettivi, si é mostrata molto scettica nei confronti di una pianificazione del territorio dettata dall’alto, lesiva dell’autonomia dei Cantoni e dei Comuni, e per di più, affidata ad un pugno di funzionari.
Nel 2013 il popolo sovrano, dopo ampio dibattito in vista della votazione popolare sull'accettazione o meno della revisione della Legge Federale sulla pianificazione del territorio, non ha però condiviso questi timori dando così fiducia, per altro con ampia maggioranza, alle istituzioni.
L'esito della votazione referendaria ha permesso di dare seguito al mandato costituzionale avviando così in tempi molto ristretti e a ritmo sostenuto una pianificazione ragionevole e misurata, almeno così si assicura, che tenga conto delle varie destinazioni insediative in funzione di una crescita sostenibile.
Il mandato è chiaro: dimensionare e ricollocare le destinazioni e le infrastrutture evitando sprechi, costruendo in maniera più concentrata, riducendo il sovradimensionato e privilegiando nel contempo comparti ben localizzati.
Quindi un meccanismo di ottimalizzazione legato ad una precisa tempistica e ad una visione approvata da Berna, che dovrà passare dall’aggiornamento del Piano Direttore fino alla rivisitazione di tutti i piani regolatori comunali.
Un lavoro impegnativo che necessita ovviamente della certezza del diritto.
Ora l’iniziativa propone invece il blocco degli insediamenti per un periodo indeterminato e si mette così in rotta di collisione con il processo pianificatorio in atto e non per nulla le istituzioni si sono dichiarate fermamente contrarie alla stessa.
Così non si pianifica si congela!
Con riferimento alle numerose posizioni a sostegno della legge in vigore, verificabili sui vari portali, e dalla documentazione avviata al cittadino, la CATEF, in ossequio alla certezza del diritto e nel rispetto di quanto già implementato, raccomanda di sostenere la legge in vigore e di respingere l’iniziativa.
Lugano, 28 gennaio 2019