Da tempo la Camera Ticinese dell'Economia Fondiaria - CATEF, l’associazione che tutela l’economia fondiaria e gli interessi dei proprietari immobiliari singoli e collettivi, sottolineava che alcune sbavature di natura tecnica nel rilevamento delle abitazioni vuote e qualche resistenza da parte di alcuni amministratori immobiliari nel segnalare disponibilità considerate di poco conto, alimentavano uno scollamento - per difetto - fra la disponibilità di alloggi vuoti censita e quella reale, in realtà sensibilmente maggiore.

Da tempo la Camera Ticinese dell'Economia Fondiaria - CATEF, l’associazione che tutela l’economia fondiaria e gli interessi dei proprietari immobiliari singoli e collettivi, sottolineava che alcune sbavature di natura tecnica nel rilevamento delle abitazioni vuote e qualche resistenza da parte di alcuni amministratori immobiliari nel segnalare disponibilità considerate di poco conto, alimentavano uno scollamento - per difetto - fra la disponibilità di alloggi vuoti censita e quella reale, in realtà sensibilmente maggiore.

Avevamo pure sottolineato l’importanza dei cantieri installati che andavano ad alimentare la dotazione di nuovi alloggi, sebbene la domanda fosse da tempo rientrata.

Il rilevamento ufficiale pubblicato oggi segnala che in Ticino al primo giugno le abitazioni vuote hanno raggiunto le 4'800 unità, con un tasso percentuale del 2.02%; scontando le sbavature accennate sopra e la continua produzione in essere visibile a chiunque, a fine anno la dotazione supererà ampiamente le 5'000 unità disponibili.

Una dotazione spalmata su tutto il Ticino, presente in ogni categoria di alloggi!
Spazi residenziali per 11'000 abitanti! Per intenderci due volte la popolazione di Ascona...

Il rilevamento conferma un importante aumento anche a livello nazionale con tendenza al rialzo anche per il prossimo anno.

La situazione è decisamente preoccupante sia in considerazione della ridotta domanda, sia perché la popolazione residente decresce mentre la produzione non rallenta a sufficienza.
Ci troviamo quindi confrontati con un immobilizzo cifrabile in miliardi, con un mancato introito per l’erario cantonale e con una contrazione delle commesse per la nostra edilizia, in particolare, perché la sovraofferta disincentiverà anche gli investimenti volti a rinnovare gli stabili.

Per ora è impossibile prevedere la durata dell’arco temporale per il rientro alla normalità ma di sicuro ci vorranno parecchi anni.

Da parte nostra non possiamo che rinnovare l'invito ad un soppesamento prudente di tutti i fattori in gioco.


Lugano, 12 settembre 2018