Regio insubrica, Gottardo e relazioni con l’Italia preoccupano le associazioni economiche

Riunitesi il 16 marzo 2011, le principali associazioni economiche cantonali – l’Associazione bancaria ticinese (ABT); l’Associazione industrie ticinesi (AITI); la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino (Cc-TI); la Camera ticinese dell’economia fondiaria (CATEF) e la Società impresari costruttori sezione Ticino (SSIC-TI) – hanno espresso perplessità sul ruolo della Regio Insubrica e sulla decisione del Consiglio di Stato di abbinare la funzione di Segretario della Regio Insubrica a quella di Delegato del Cantone per i rapporti transfrontalieri. 
La riunione è stata pure l’occasione per ribadire la necessità di completare con un secondo tubo la galleria del Gottardo per evitare un isolamento del cantone Ticino per tre anni, ciò che avrebbe conseguenze catastrofiche per l’economia cantonale e la popolazione ticinese. Infine, sono state oggetto di discussione le relazioni con l’Italia ed in particolare la tematica delle black list.

Le perplessità sul ruolo della Regio Insubrica sono legate al fatto che gli attori italiani hanno interessi, aspettative e competenze in parte profondamente differenti (se non addirittura opposte) da quelle degli attori svizzeri. Queste differenze potrebbero anche minare alla base lo spirito di collaborazione che dovrebbe invece rappresentare il punto cardine delle relazioni fra i due paesi a livello transfrontaliero. E’ pertanto necessario riflettere se non si il caso di convogliare energie e mezzi finanziari piuttosto su altri canali che potrebbero essere più efficaci. Le associazioni economiche di riferimento giudicano inoltre poco opportuno abbinare la funzione di Segretario della Regio Insubrica a quella di Delegato del cantone Ticino per i rapporti transfrontalieri, nella misura in cui potrebbe venirsi a creare un forte conflitto di interessi. 
Da un lato il Segretario della Regio Insubrica, chiamato a promuovere e sviluppare relazioni e temi che dovrebbero accomunare Svizzera e Italia, dall’altro la medesima persona, nella funzione di Delegato del cantone Ticino per le regioni italiane di confine, che dovrebbe invece operare nell’esclusivo interesse del nostro Cantone.

Le associazioni economiche di riferimento mantengono inoltre forte attenzione sul tema dell’inserimento della Svizzera nelle “black list” italiane e stanno operando, anche tramite il proprio Delegato avv. Michele Rossi, d’intesa con le autorità federali a Berna e le autorità diplomatiche svizzere in Italia, nonché a livello politico con la Deputazione ticinese alle Camere federali. Lo scopo è di ottenere che la Svizzera attui la giusta quanto necessaria pressione sul Governo italiano allo scopo di eliminare gli ostacoli, illegali e non, e gli ostruzionismi che stanno minando la serenità dei rapporti politici fra i due paesi e gli interscambi a livello commerciale. Le associazioni economiche di riferimento appoggiano in particolare anche gli interventi dei Consiglieri nazionali Ignazio Cassis e Norman Gobbi, che si sono fatti promotori a livello federale di alcune domande e di atti formali sulla tematica delle “black list” e sulla questione del ristorno dell’imposta alla fonte percepita sui lavoratori frontalieri.

Per quanto concerne la questione della realizzazione di un secondo tunnel autostradale al San Gottardo, le associazioni economiche cantonali si stanno muovendo in forma congiunta e coordinata sia nel cantone Ticino che a livello nazionale nei gremi politici ed economici. In questo contesto, la popolazione ticinese è invitata a sostenere la petizione lanciata da Gioventù liberale radicale ticinese, con la quale si chiede di evitare una chiusura della galleria del Gottardo per novecento giorni.

Infine, le associazioni economiche cantonali chiedono che nella nuova legislatura si torni rapidamente a discutere di politica fiscale ed in particolare di sgravi mirati. In questo senso si auspica che l’iniziativa per nuovi sgravi fiscali lanciata dalla Lega dei Ticinesi, pur con qualche riserva concernente in particolare la necessità di correggere verso l’alto la quota esente d’imposta, sia meritevole di essere sottoposta al giudizio del popolo ticinese.

Lugano, 18 marzo 2011