Da Economia Fondiaria no. 3/2019

L’Europa resiste malgrado l’avanzata dei sovranisti e la flessione dei progressisti. Tengono quindi il centro ed i verdi, formazione alternativa a partiti storici sempre più confusi.
Insomma malgrado qualche sopito desiderio di sgretolamento l’Europa c’è ancora e come.
Anzi con prospettive migliori vista la composizione delle formazioni politiche che costringerà a chiarire alcune criticità.
Certo cha a questo punto qualcuno potrà chiedersi se ci siamo accodati alla pletora di commentatori politici in perenne contatto con qualche corrispondente pluridecorato.
Niente di tutto ciò!
Volevamo solo agganciarci ad un recente sondaggio che rivela che lo Svizzero chiede che si abbia ad aggiornare i bilaterali invitando i nostri avamposti a riaprire le danze.
Certo che la situazione non è delle migliori.
Chi ha in mano il boccino nel Continente dopo lo scampato pericolo, nel senso di rogna continua, sarà meno propenso a derogare dalla linea finora tracciata e confermata.
Anzi a dir la verità abbiamo l’impressione che si siano spazientiti e del resto l’hanno già fatto capire.
Non si tocca nulla!
Certo possiamo rischiare e fare il segno dell’ombrello ma è indubbio che la nostra posizione si è indebolita.
Di certo l’abbraccio continentale ha già demolito il segreto bancario ridimensionando così pesantemente il mondo finanziario come pure parte della nostra attrattiva fiscale.
Ma era lo scotto da pagare, così si assicura, per accedere ancora al mercato continentale con i servizi, con il capitale, con le merci e con le persone.
Accesso che ovviamente vale anche per la parte contraente, cioè l’Europa.
Ora il vero problema è che questo pass d’entrata non venga messo eccessivamente in discussione.
Pensiamo ovviamente agli accordi bilaterali ed all’accordo quadro il cui risultato, dopo la messa in consultazione, possiamo così riassumere: andrebbe anche bene ma non proprio così!
A noi non resta quindi che dar fiducia ai nostri negoziatori.

Sul fronte nazionale si stanno accumulando diversi argomenti che concernono l’economia fondiaria. Dal valore locativo per il quale è in corso una procedura di consultazione, alla sollecitazione da parte della sinistra per una maggiore produzione di appartamenti a canoni accessibili, alla richiesta di rendere applicabili diverse norme che reggono il diritto di locazione fino alla definizione dei criteri dell’inventario dei siti da rispettare, il famoso ISOS.
Berna non è Mendrisio, Bellinzona non è Sciaffusa!
Per semplificare, questo inventario congela quanto edificato prima del 1946!
Non è che l’ISOS lo mummifica ma qualsiasi intervento richiederà un permesso ed un occhio benevolo. Per render meglio l’idea la “prepunta” sul nucleo.
Ora a qualcuno potrebbe interessare il perché della data del 1946!
Semplice, gli americani nel 1946 fotografarono tutto il nostro territorio abitato.
Una sorta di mappa aeronautica in bianco e nero dove l’urbano di allora risultava fissato per i posteri.
Per farla breve, a parte qualche casa isolata, sono i nuclei originali da proteggere e preservare.
Potremmo anche attingere a qualche tomo da strenna natalizia.
Uno su tutti, il confronto delle cartoline.
Qualcuno ha suggerito di tenere come riferimento le prime mappe geografiche le famose mappe Siegfried.
Il tema è molto sentito e sul tavolo giacciono diversi atti parlamentari, ritenuto che il Parlamento ha appena accolto la mozione dell’On. Regazzi, intesa a chiarire i criteri di valutazione delle opere architettoniche e degli insediamenti in vista delle loro iscrizioni nell’ISOS.
Ci aspetta quindi un biennio caldo.

Per quanto riguarda l’iniziativa popolare “più abitazioni a prezzi accessibili” lanciata con successo dalla scuderia rossoverde il Consiglio Federale raccomanda di respingerla.
A questo punto sarebbe bene ricordarne il contenuto: fare in modo che il dieci per cento della produzione annua d’appartamenti sia destinata ad enti di interesse pubblico.
Enti che dovranno praticare affitti che coprano i costi, e che verranno controllati dalle autorità anche non da ultimo dal profilo dell’assegnazione.
Nella procedura di consultazione si sono dichiarati contrari un po’ tutti salvo ovviamente gli “iniziativisti” ed i loro fiancheggiatori, per intenderci quelli attratti dalla comune calamita.
Il Consiglio Federale ha annunciato che intendeva aumentare l’esistente fondo di rotazione, prestiti o garanzie, di ben 250 milioni per finanziare enti di interesse pubblico precisando comunque che li metteva a disposizione solo se l’iniziativa fosse stata ritirata o bocciata dal popolo.
Un atteggiamento ritenuto poco educato da parte dei sostenitori dell’iniziativa.
Giusto anche ricordare che il Consiglio Federale aveva già finanziato il programma fino al 2025 per 1900 milioni. Non proprio noccioline.
In poche parole sarebbe disposto, per rispondere all’iniziativa, ad ampliare il credito quadro, sempre ovviamente con i nostri soldi. È il classico controprogetto occulto.
Le camere hanno già accettato il messaggio e si andrà a votare nel febbraio 2020.
Quindi avremo tutto il tempo per ritornare sull’argomento.

Sul fronte dell’abolizione del valore locativo i fautori sono invece piuttosto divisi. C’è chi postula l’abolizione tout-court, senza detrazione degli oneri ipotecari e delle spese di manutenzione, e chi sarebbe disposto a sottoscrivere varie opzioni, come una detrazione sbarrata di interessi ipotecari (un plafond) a favore di acquirenti giovani, oppure chi postula il mantenimento del sistema.
Come anticipato attualmente è in corso una procedura di consultazione parlamentare che fa perno sull’abolizione di questa imposta.
La nostra posizione è molto semplice.
Abolire il valore locativo a livello nazionale e battaglia a livello cantonale per chiedere di introdurre il riconoscimento degli oneri ipotecari e delle spese di manutenzione.
Vedremo ora di allora come posizionarci.
E dato che ciò sarà possibile anche per gli altri Cantoni vedremo di stare un attimino alla finestra sperando che qualcuno non strapazzi prima l’argomento sull’altare della visibilità.
Del resto copiare il fattibile ed il proponibile non è sicuramente un delitto.
Di sicuro abolendo il valore locativo rendiamo giustizia ai proprietari a pelo grigio che non hanno più un copeco di debito!
Era un po’ la battaglia intrapresa parecchi anni fa quando si propose di offrire la possibilità al proprietario in età AVS di chiedere di non più venire tassato con il valore locativo.
Certamente vi sarà un qualche referendum, magari richiamando la solita storiella del regalo al ricco.
Ma questa volta scenderebbero in campo tutti i proprietari, parenti e torpedoni di amici.

Come a tutti noti il mercato si sta avvolgendo su sé stesso. Ci siamo già espressi in merito ma l’esperienza insegna che in questi momenti lo stesso viene sempre più sollecitato da tutte le pari. Offerte accattivanti, sconti vari e confezioni sorpresa.
In questo clima proprio per evitare sorprese le referenze, l’esperienza e la dimensione vanno premiate.
Chi amministra da anni magari anche per istituzionali e chi è in grado di presentare referenze comprovabili.
Tanto per parlar chiaro.
Per quanto riguarda le compravendite idem come patate.
Garanzie di buon fine, referenze bancarie, artigiani tacitati o meno, edificato di riferimento ed altro ancora.
Diciamo questo perché stiamo assistendo alla chiusura di diverse società attive nell’edilizia come imprese generali.
Sono in realtà delle pulci ma che possono far male.
Le associazioni di categorie, una su tutte la SVIT, stanno facendo molto per alimentare la professionalità con vari livelli di certificazioni.
Il nostro è pertanto un invito molto semplice.
Premiare il più possibile il lavoro di squadra e la completezza del servizio.
Meglio un chirurgo di guerra che uno sciamano.
E nel mondo delle compravendite esperienza referenziata.
Il resto solo “chiacchiere e distintivi”…

Ci siamo illusi che passate le elezioni avremmo avuto un po’ di pace.
Non sembrerebbe il caso almeno alla luce degli atti parlamentari già inoltrati.
Senza parlare delle oceaniche dimostrazioni contra qualche “cosa” prontamente certificate da servizi televisivi in loco.
Forse ci vorrà ancora un po’ di tempo per sperare che al mercato non spunti da qualche viuzza il solito variopinto gruppuscolo o che venga piazzato qualche bardato banchetto di discussione allargata.
Pia illusione?
Staremo a vedere.


Il Presidente Cantonale
Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini