Da Economia Fondiaria no. 3/2021


Come di consueto le autorità competenti hanno aggiornato le direttive per le prestazioni complementari all’AVS e all’AI attualizzandole al primo gennaio 2021. A mo’ di ripasso riprendiamo dal portale quanto segue “le prestazioni complementari sono d’aiuto quando le rendite e gli altri redditi non riescono a coprire il fabbisogno vitale dell’assicurato”.
Stiamo parlando quindi del pilastro più importante della nostra formidabile rete sociale per chi si trova in forte disagio che come sappiamo viene affiancato da altri sostegni che non andiamo ad elencare. Sappiamo solo che qualcuno li deve finanziare ragion per cui questi sostegni sono sottoposti ad adeguati controlli.
Ma perché ne parliamo? Semplice: perché qualcuno ha messo in evidenza gli affitti considerati ancora come adeguati differenziandoli per regioni e accompagnando la segnalazione con la denuncia dell’intervento da parte dei proprietari per aumentare le pigioni di questi particolari inquilini. A noi non risulta assolutamente ma resta pur sempre l’accusa!
Quello che però emerge dalla segnalazione è che gli affitti pubblicati, sebbene vadano considerati come massimali, non sono propriamente popolari, tutt’altro!
Per dirla tutta quasi la metà del Ticino, almeno nell’esistente, naviga al di sotto.
Vero o falso? Basta cliccare “prestazioni complementari all’AVS e all’AI” oppure www.ufas.admin.ch.
Una verifica personale non fa mai male.

L’UBS ha lanciato l’allarme bolla “immobiliare”. Non si capisce bene se è rivolto all’uso proprio (la casetta di turno) oppure più agli immobili a reddito confrontati con lo sfitto, con la necessità di risanamenti (anche funzionali) ed in competizione fra di loro.
Per non saper di che mal morire il nostro Cantone gode dell’allarme su ambedue i fronti. Uso proprio e palazzi a reddito. Per l’altopiano l’allarme è indirizzato maggiormente ai palazzi a reddito che non rendono secondo dottrina specialmente in funzione della loro obsolescenza. Sinceramente è la prima volta che un colosso si dichiara preoccupato di questo andamento.
In genere chi elargisce crediti e gestisce creature quotate in borsa, di solito vola all’acqua bassa. Senza dimenticare gli affitti dei clienti lasciati sui conti, che sono prede facili per proposte d’investimento di giornata dove almeno uno è sicuro di guadagnare.
Per la verità le nostre autorità finanziarie un paio d’anni fa avevano già chiesto alla banche una maggiore prudenza nel finanziare palazzi a reddito rendendo obbligatorio la verifica della sostenibilità dell’operazione immobiliare e la presenza di almeno il 25% in mezzi propri. Il messaggio: ragazzi qui andremo prima o poi a spiaggiarci!
Alla verifica della sostenibilità sono sfuggiti ovviamente gli istituzionali che come si sa si finanziano con mezzi propri e non hanno quindi bisogno di crediti bancari.

A conferma delle varie intensità delle sirene, siamo ormai tutti “virologhi”, l’ufficio federale della statistica dichiara ora che i prezzi sono aumentati di tot per cento sia nell’uso proprio che negli immobili a reddito. Una fiammata oppure una crescita consolidata?
Sinceramente siamo piuttosto propensi a pensare alla prima ipotesi, quella della “fiammata” di fine corso.
Nell’uso proprio, specialmente per la casetta, il CORONA virus ci ha messo sicuramente lo zampino.
Un po’ d’aria fresca, il giardinetto da zappare ed uno spazio per poter lavorare in remoto.
Meglio restare nella “tana” e ritrovare i valori umani e qualche affetto andato smarrito.
E poi parliamoci chiaro è sempre stato un investimento intelligente che alla lunga ripaga.
Con questo “mix” da retroterra ecco che qualcuno ha mobilitato le ultime risorse e magari convinto qualche genitore a supportarle con le mani calde, come si suol dire.
In poche parole integrare le disponibilità dell’erede diretto o del nipote prediletto.
Del resto abbiamo tutti capito ultimamente che la signora in nero non è mai in sciopero!
Quindi un aiutino……
Non va inoltre dimenticato che i primi segnali d’inflazione, che come sappiamo anticipano un potenziale aumento del costo del denaro, hanno magari contribuito a dar fuoco alle polveri con il motto “adesso e non a babbo morto”.

Per finire è opportuno sempre ricordare che quando si dà credito a studi od ad istantanee, è sempre utile contestualizzare. In un territorio nazionale troviamo infatti città, cittadine, zone discoste, zone particolarmente vivaci ed avvezze alle grandi sfide ed altre rassegnate.
Le medie rispecchiano sì i grandi andamenti ed alla lunga possono anche essere significative ma non bisogna dimenticare che non sono sempre applicabili alle diverse realtà.

Per quanto riguarda i palazzi a reddito l’aumento dei valori registrato sta ultimamente rientrando.
Forse sono gli ultimi acquisti per assicurarsi un reddito e sfuggire ai maledetti interessi negativi che ormai mordono senza ritegno e magari al recente aumento delle tariffe gestionali da parte degli istituti finanziari.
Certo che la cosiddetta “finanza creativa” ne ha fatto di danni!
Si è dissociata dall’economia reale, quella che crea valore aggiunto assicurando nel contempo posti di lavoro, per privilegiare il sistema “fare soldi con i soldi”.
Si è perciò privilegiato il campo delle scommesse.
Fra l’altro gli investimenti attingendo ai finanziamenti a condizioni interessanti tese proprio a rammendare i buchi della finanza creativi sono stati dirottati sui valori reali aumentandone i valori.
In poche parole per sanare i danni della finanza creativa si sono gonfiati i valori reali.

Fermiamo qui perché gli ultimi fatti di cronaca parlano già da soli.
La gestione dei rischio è stata affidata a qualche fattucchiera oppure a qualche algoritmo farlocco.
Ed intanto il risparmio è stato piallato a favore della beatificazione del debito!
La storia non è ancora finita.

Gli aiuti predisposti dal Governo a favore dell’economia per assicurarle tenuta e prospettive sono stati ancora aumentati ed allungati. Non sono tutte aziende con futuro assicurato o con valore aggiunto interessante, lo sappiamo, ma sicuramente è doveroso tendere loro una mano. Il virus ha colpito duramente e le colpe sono da cercare altrove.
Giusto quindi sostenere chi ha sofferto e sta soffrendo questa situazione ma è anche giusto pretendere la necessaria voglia di uscire dal buco.
La comunità si indebita ma chiede ovviamente rispetto e quella sana “rabbia” che fa forte l’iniziativa privata, qualunque sia la sua dimensione.

Finalmente si è chiuso il lungo periodo delle votazioni. Un bombardamento a tappeto e fiato alle trombe per alcuni nuovi commentatori.  Foto, liste variopinte, confronti affollati e temi stiracchiati!
Sinceramente si è parlato poco di politica.
Colpa dei partiti, delle loro dirigenze, dei commentatori interessati più alla piccola bagarre, delle aggregazioni ancora in fasce, delle visioni impossibili da incorniciare, del parterre sbadato e disinteressato?
Vallo a capire.
Sta di fatto che l’albero della solidarietà non regge più nuove candele e che ci stiamo appiattendo.
Siamo sempre convinti di essere grandi e proprietari del nostro destino.
Ma è proprio così?
Forse alla prossima tornata sarà meglio dar spazio alla politica reale e discutere sulle priorità commisurate alla forza del paese.

Ritornando a noi il Comitato Direttivo ha deciso di posticipare l’assemblea dei delegati fissandola per il 3 di settembre. Sebbene il rientro della pandemia sia sempre più percettibile si è preferito andare sul sicuro e privilegiare un’assemblea in presenza.
Del resto a fine estate buona parte dei delegati/e saranno vaccinati ragion per cui potremo contare su una solida presenza e magari meno preoccupata.

Come ricorderete vi avevamo chiesto a suo tempo il vostro indirizzo elettronico. Lo scopo: potervi raggiungere velocemente per sollecitare un impegno impellente oppure per segnalarvi indirizzi politici in urto con la proprietà. Un canale privilegiato da usare con la massima discrezione e solo in caso di comprovata urgenza.
Del resto non siamo i primi ad attrezzarci, anzi forse siamo fra i ritardatari.
Ma chi se ne importa.
Oggi abbiamo circa la metà degli indirizzi dei soci ci manca però l’altra metà.
Se riuscissimo a completare saremmo in grado di raggiungere, voi ed indirettamente le vostre cerchie, migliaia di persone.
Una solida borghesia.
Quanto prima vi contatteremo, non sappiamo ancora in che forma, per completare il catalogo che resterà ovviamente nei forzieri della vostra associazione.
Chi volesse nel frattempo provvedere può iscriversi direttamente sul nostro sito www.catef.ch/it/registrazione o eventualmente inviarci un mail all’indirizzo [email protected].


Il Presidente Cantonale
Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini