Da Economia Fondiaria no. 6/2024


In un recente contributo avevamo suggerito l’utilizzo di santini per ispirare la gestione patrimoniale della nostra Banca Nazionale in modo che la stessa riuscisse a generare quell’utile necessario per ricomporre i mezzi a sua disposizione e soprattutto per poter continuare, dopo una brusca frenata, la distribuzione di una parte dell’utile alla Confederazione e soprattutto ai Cantoni.
Come ci hanno insegnato i nostri genitori è sempre meglio non scherzare con i santi ed i santini ma visto l’esito ad oggi sappiamo che non si sono incavolati più del tanto, anzi forse hanno dato un aiutino a coloro che guidano la banca che comunque sappiamo sono autentici cavalli di razza!
Scherzi a parte è sempre utile ricordare che per formare e liberare parte dell’utile bisogna prima generarlo con una accorta gestione delle componenti a portafoglio, che resta pur sempre esposto agli andamenti del mercato ed alle tensioni geopolitiche.
Si pensi solo alle guerre commerciali in atto!
Fra l’altro una gestione oculata e ben bilanciata potrebbe essere oggetto di discussione e di apprendimento come quella delle casse pensioni, per gli istituti scolastici e per i formatori di opinione.
Ma crediamo che il nostro sia un invito che cadrà nel vuoto!

Per la cronaca la nostra BN ha oggi in pancia circa un 68,2% in obbligazioni, il 22,7% in azioni e 9,1% in oro.
Il buon risultato intermedio è stato ovviamente raggiunto muovendosi con oculatezza nei mercati finanziari e valutari.
Piattaforme che come sappiamo sono sempre esposte al vento!
Quindi continuiamo a far tifo augurandoci che l’utile generato a fine anno renda tutti contenti e che la nostra banca non rintroduca gli interessi negativi, vera sabbia nell’ingranaggio del risparmio personale e collettivo.
Certo non possiamo essere sicuri di poter pescare regolarmente nel caveau della Banca Nazionale come pure alimentare fantasie tipo l’utilizzo mirato dei mezzi distribuiti.
O magari portare in borsa la nostra BN.
Utile sempre ricordare che esiste una convenzione fra le parti in merito all’eventuale distribuzione.
In questo clima di incertezza noi dobbiamo però solo pensare a mettere in ordine i nostri conti, poi metterci in coda.

Il costo del denaro sta ancora scendendo. La riduzione del tasso di riferimento che movimenta in buona parte gli affitti è perciò dietro l’angolo. I più pessimisti la prevedono infatti per marzo 2025!
A questo punto bisognerà però capire quale sarà il contraccolpo previsto dall’introduzione nel 2025 delle norme del Basilea III che impongono di commisurare i mezzi propri al credito concesso.
Introduzione che creerà qualche mal di pancia agli istituti impegnati nella concessione dei crediti
Gli addetti al lavoro prevedono che il costo dell’elargizione aumenterà, per i profani che il tasso ipotecario correggerà leggermente al rialzo.
Gli istituti, per pareggiare gli ori, potrebbero anche prestare meno danaro senza intervenire sul suo costo.
A proposito dell’introduzione del Basilea III v’è da scommettere che noi la introdurremo per primi!
È un po’ un classico della nostra nazione, essere i “primi della classe” non tanto per diligenza o per ingraziarci, ma per uscire dalla classifica dei cattivi, colpevoli di tutto e di niente, movimentata in buona parte dal sottile avvelenamento casalingo che ci accompagna da decenni!
Colpevoli e minimalisti!
Gli altri intanto, che ci hanno già sfilato diverse rendite di posizione, si pensi solo alla nostra piazza finanziaria, sono costantemente in fase riflessiva.
Per farla breve stentano “volutamente” ad implementare quanto concordato.

Il Gran Consiglio di stretta misura ha affossato la famosa tassa di collegamento che avrebbe dovuto contribuire a moderare il traffico introducendo una tassa orientativa e disincentivante. Tassa che avrebbe colpito il lavoratore ed il consumatore che in genere convergono poi su un unico soggetto economico, colui che lavora e consuma!
La tassa fu anche venduta come un invito ad una migliore occupazione dell’autoveicolo e ad un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici. La tassa venne in parte riscossa a titolo cautelativo da alcune aziende ma l’effetto è stato a dir poco nullo! Collateralmente però si aprì la caccia ai posteggi abusivi in buona parte ubicati proprio nelle aree degli stabilimenti stessi. Insomma un suonar di campane ed un attivismo che non sortirono l’effetto sperato.
Più traffico, più manodopera di frontiera e nuovi supermercati “tascabili”.
È anche utile ricordare che per i grandi generatori di traffico si è da sempre inteso principalmente i centri commerciali periferici al punto che agli stessi è stata dedicata una specifica scheda del piano direttore, perché ritenuti in contrasto con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile per il loro flusso di traffico e per lo svuotamento della corona urbana.
Senza dimenticare che sono sempre stati considerati deturpatori del paesaggio, oltre che pessima architettura.
Era oramai evidente che la tassa nel caso di una seconda votazione popolare richiamata da una solida iniziativa popolare arrischiava di non passare.
Ed allora cosa ti inventa il Governo?
Tassiamo solo il lavoratore e graziamo il consumatore, così salviamo buona parte dell’incasso.
Una mossa poco felice e che faceva leva sul fatto che tutto sommato i centri commerciali sono frequentati al di fuori delle ore lavorative per cui…
Insomma una rampicata non da poco!
Ora v’è da augurarsi che nessuno lanci un ennesimo referendum in modo che di questa tormentata e tormentosa tassa non si parli più.

A proposito dell’equilibrio finanziario e del freno ai disavanzi, che ogni tanto si invocano, è bene ricordare che essi sono ancorati nella nostra costituzione cantonale che fino a nuovo avviso è il documento più importante del cantone secondo solo alla costituzione federale che rappresenta il diritto superiore che legittima leggi e scostamenti! È a tutti nota l’affermazione “è incostituzionale”, spesso pronunciata.
Ritornando al regime finanziario lo stesso è dettato dagli articoli 34bis e 34 ter!
Il primo recita:” la gestione finanziaria dello Stato è retta dai principi della legalità, della parsimonia e dell’economicità; le finanze devono essere equilibrate a medio termine, tenuto conto dell’evoluzione economica. Prima di assumere un nuovo compito, il Cantone ne esamina la sopportabilità finanziaria e le modalità di finanziamento. Ogni compito deve essere valutato periodicamente al fine di verificare se è ancora necessario e utile e se il carico finanziario che ne comporta è sopportabile”
E questo per il 34bis che enumera i principi generali.
Ora passiamo al secondo il 34ter quello che porta il titolo del freno al disavanzo con i principi e le misure di riequilibrio finanziario.
Ecco il suo contenuto!
“Di principio, il preventivo e il consuntivo di gestione corrente devono essere presentati in equilibrio. Tenuto conto della situazione economica e di eventuali bisogni finanziari eccezionali, possono essere preventivati dei disavanzi entro i limiti fissati dalla legge. I limiti definiti dalla legge vanno rispettati mediante misure di contenimento della spesa, di aumento dei ricavi o di adeguamento del coefficiente d’imposta cantonale. Eventuali disavanzi del conto di gestione corrente a consuntivo sono compensati con avanzi precedentemente realizzati; se ciò non è possibile devono essere recuperati nei termini indicati dalla legge. Il Cantone adotta tempestivamente le misure necessarie a garantire il rispetto del principio dell’equilibrio finanziario. Per decidere l’aumento, del coefficiente d’imposta cantonale è necessaria la maggioranza qualificata di almeno 2/3 dei votanti in Gran Consiglio”
Sembrerebbe tutto abbastanza chiaro e non per nulla le modifiche sono state approvate con votazione popolare del 18.5.2014!
Guarda il caso! Possiamo festeggiare il decennale!
Di per sé questi due articoli non hanno bisogno di particolari sottolineature fatta eccezione per la valutazione periodica di ogni compito allo scopo di verificare se è ancora necessario e utile!
Qui però il fuoco di sbarramento sarebbe tale che a nessuno verrebbe in mente una tale verifica.
Al primo sentore infatti fioccherebbero studi e si attiverebbero vari gruppi di lavoro pronti a sostenere che quel compito non solo va salvaguardato ma se possibile ampliato….

Più di una decina d’anni fa la CATEF si era battuta contro l’introduzione di una legge federale sulla pianificazione del territorio richiamando soprattutto la perdita dell’autonomia comunale ed il pericolo della consegna del paese ad un unico metro di giudizio utilizzato da pochi funzionari cantonali e federali.
La nostra risposta alla consultazione era ovviamente più articolata ma ora è inutile riprenderne il contenuto.
Prendiamo solo atto che quanto temevamo si sta ora avverando.
Smarrimento, stallo nella pianificazione del territorio, applicazione rigida della legge che non ammette sbavature, controllo diretto da parte delle istituzioni ed indiretto da parte dei ricorsisti sempre pronti a loro dire a far giustizia, di sicuro a far perder tempo e slanci operativi.
In tutto questo disordinato interregno sono assenti i pianificatori di allora e quelli che si sono accodati nel tempo.
Meglio stare al margine e lasciar lavorare le calcolatrici attualmente utilizzate a verificare le riserve edificatorie. Poi si vedrà!
Stiamo esagerando? Purtroppo NO. Ci aspettano tempi biblici ed i primi tormentoni.
L’ultimo è il pasticcio con l’ospedale distrettuale avallato da tutti, Governo compreso.
Ma si è dimenticato forse di commissionare un’opinione legale.
Opinione legale che ora arrischia di imbrigliare altre importanti opere da tempo prospettate.
Tanto per fare un esempio le nuove officine ed il destino del sedime che verrà liberato.
Insomma solo ora ci si accorge che ormai bisognerà cantare con lo spartito unico che abbiamo avallato una decina d’anni fa all’incirca e che la bacchetta è solidamente in mano a poche persone.
E pensare che i difensori della nuova legge federale allora affermarono che noi eravamo a posto e che al massimo avremmo assistito a qualche piccola “spuntatina”.
Alla faccia.

Ogni tanto spunta la proposta di fiscalizzare parte o tutto l’affitto considerandolo come un costo detraibile dall’imponibile. Contro questa proposta si frappongono diversi argomenti come il minor incasso da parte dell’erario, un premio indistintamente a tutti i ceti e la collisione con la dottrina che considera l’affitto un costo non detraibile. A Zugo però la fiscalizzazione dell’affitto è recentemente passata, segno che ha superato ogni verifica giuridica. Certo dovremmo essere un attimino più precisi e contestualizzare il tutto.
Magari il modello era confezionato così bene da renderlo “salonfähig”.
Intanto stiamo parlando del Canton Zugo autentico fuoriclasse nella gestione delle sue finanze e attento cultore della sua attrattività. Insomma è più di mezzo secolo che ci sanno fare al punto che sono oggi i maggiori alimentatori della perequazione battendo quest’anno addirittura Zurigo, il centro economico per eccellenza.
Ora a Zurigo è stata fatta la proposta di fiscalizzare il 30% dell’affitto, inizialmente anche dei costi per il proprietario, poi abbandonata perché considerata politicamente insostenibile; la proposta non ha però trovato il consenso necessario.
Purtroppo non solo quello del cartello della sinistra ma anche di una parte del fronte borghese. Diversi i motivi: per la sinistra un plagio perché l’avevano proposto loro qualche decennio fa, per i borghesi un manco impressionante, si parlava di mezzo miliardo di franchi in meno nella casse pubbliche, e per qualche minoranza delle minoranze la possibilità di sgambettare la “derecia”.
Con questa batosta, valore locativo abolito o no, le chances per una fiscalizzazione sono pressoché nulle.

Le varie democrazie, quelle considerate mature, stanno eccellendo nella creazione delle “giornate dedicate alla memoria e non” fra le quali anche quella dedicata ai nonni, fra l’altro fra le più sentite pe il suo sapore di famiglia.
Ora però all’orizzonte qualche nuvola. Oltre a coloro che continuano a sottolineare che la persona anziana, magari rimasta sola, continua ad occupare appartamenti troppo grandi si stanno aggiungendo altri che sottolineano l’impennata dei costi della salute della persona in là con gli anni.
Di per sé una ovvietà ma che oggi viene abbinata alla proposta di creare un fondo speciale per alleggerire il costo della cassa malati alle altre classi d’età, proposta che non solo fa un po’ specie ma è anche un tantino irriverente.
Affaire à suivre!

Siamo a Natale. Gli auspici?
Incominciamo a ricordarci che siamo fortunati e anche grazie a chi ci ha preceduto, e poi ricordiamoci di qualcuno che sappiamo immerso nella solitudine.
Non forziamo niente se no parte della magia evapora.
A tutti giungano i nostri auguri ed un grazie per il sostegno che non ci avete mai negato.

BUON NATALE!

Il Presidente Cantonale
Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini