Il commento del Presidente Piazzini (estratto da Economia Fondiaria no. 6/2022, Di tutto un po')

Nel 2012 il popolo ha accettato una serie di modifiche alla legge federale sulla pianificazione del territorio volte a contrastare la dispersione insediativa e promuovere lo sviluppo insediativo. Questi disposti sono entrati in vigore il primo maggio 2014 col compito, per i Cantoni, di adattare i loro Piani Direttori inserendovi misure concrete fra i quali l’allestimento di un Programma d’azione comunale per lo sviluppo centripeto di qualità che serva d’indirizzo per l’allestimento del Piano Regolatore stesso e la verifica del dimensionamento delle zone edificabili in funzione delle prospettive future di evoluzione della popolazione. Per farla più semplice: cari Comuni decidete cosa vorreste fare da grandi (quali destinazioni privilegiare) ma prima di dimensionare e collocare verificate se vi sono già sufficienti riserve per i prossimi 15 anni!
Ora dopo aver sforato i tempi di qualche anno il Consiglio Federale ha recentemente approvato il Piano Direttore Cantonale ponendo come di consueto condizioni ed oneri.
Siamo gli ultimi e quindi dei sorvegliati speciali.
L’approvazione federale sembra uno di quei componimenti corretti da qualche solerte maestro con l’annotazione finale “potrebbe far meglio, esigo la firma del papà!”
Per sincerarsi basta entrare nel nostro sito e scaricarla.
Un decennio fa ci eravamo battuti contro questa legge che limita l’autonomia comunale e la sottopone al controllo del Dipartimento Federale che come sappiamo non brilla per duttilità. Eravamo anche convinti che non ce l’avremmo fatta con la profonda trasformazione in atto dovuta alla fusione di diversi Comuni.
Ma tant’è!
Allora sindaci felici e convinti, ambientalisti eccitati, urbanisti folgorati (gli stessi che avevano poi allestito od aggiornato i Piani Regolatori) insomma pochi erano fuori dal coro cercando di dire le cose come stavano!
La legge passò alla grande a livello svizzero per cui ci mettemmo il cuore in pace anche perché era già chiara la distinzione fra la zona edificabile e la zona non edificabile.
Da noi, tanto per non sapere né leggere né scrivere l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) bloccò qualsiasi ampliamento delle zona edificabile in attesa dell’approvazione definitiva del Piano Direttore.
Un attestato di simpatia e di fiducia!
In pratica hanno accorciato maggiormente il guinzaglio.
Ed ora si balla con i lupi anche perché il Consiglio Federale ha imposto di adottare per i calcoli della contenibilità una diversa proiezione della crescita della popolazione da quella adottata dal nostro Dipartimento.
In poche parole talune zone oggi edificabili verranno ridimensionate secondo parametri ancora più restrittivi.
Si apre inoltre il discorso degli indennizzi.
Chi paga la RASATURA?