Da Economia Fondiaria no. 4/2015

L’imposta comunale sulle seconde residenze che il dipartimento delle finanze e dell’economia della passata legislatura voleva introdurre, non è più prioritaria per il nuovo Consiglio di Stato.

Come si ricorderà il Dipartimento voleva introdurre la possibilità per i comuni di prelevare un’imposta sulle residenze secondarie non destinate a scopi turistici per un importo annuo massimo del 2 o/oo del valore di stima ufficiale. Secondo le stime del dipartimento avrebbero così potuto confluire nelle casse comunali circa fr. 22.4 mio. La proposta era motivata con un incitamento all’occupazione dei letti freddi, perché il prelievo sarebbe scattato se gli alloggi fossero stati occupati meno di 90 giorni l’anno.

La CATEF aveva partecipato alla relativa procedura di consultazione esprimendo un netto rifiuto alla proposta. I motivi addotti erano in particolare che:

- la proposta era dettata da considerazione d’ordine finanziario e non invece per incentivare una maggiore occupazione,

- l’obiettivo menzionato era comunque irrealizzabile con simile misura

- la proposta era intempestiva in considerazione del fatto che la nuova legge sulle seconde residenze era ancora allo studio del Parlamento

- avrebbe potuto fare nascere un’inopportuna competizione fiscale fra comuni

- vista la cattiva situazione finanziaria, i comuni deboli sarebbero di fatto stati esortati ad introdurre il prelievo

- era un ulteriore prelievo fiscale che si aggiungeva già a numerosi altri gravanti le seconde residenze

- era un ulteriore segnale mortificante la volontà d’investire nelle seconde residenze

Per maggiori informazioni si rimanda alla nostra presa di posizione pubblicata in esteso su EF 2/2015 pag. 13 o al nostro sito.

In giugno il Consiglio di Stato senza decidere di stralciare definitivamente il progetto, ha comunque optato per la sua eliminazione dalla lista delle priorità di questa legislatura.