Da Economia Fondiaria no. 4/2013

La residenza secondaria

Come anticipato è in corso la procedura di consultazione sulla legge d’applicazione della modifica dell’articolo costituzionale approvato in votazione popolare.
Abbiamo il tempo necessario e vedremo di inoltrare ufficialmente le nostre osservazioni.
Cosa propone la legge in bozza?
In pratica è la parziale fotocopia dell’ordinanza ponte con l’inserimento di un paio di varianti.
Quindi più che proporre ribadisce.
Alla luce delle varianti e di alcune precisazioni risulta evidente l’influsso della recente decisione del Tribunale Federale che ha dato ragione ai ricorsi inoltrati dagli “iniziativisti”.
Il TF ha quindi rafforzato il ruolo degli stessi nell’ambito della stesura della legge dando maggiore spazio alle loro rivendicazioni.
A noi stanno a cuore principalmente due temi: l’esistente e lo spazio concesso ai Cantoni, le famigerate manovre fiancheggiatrici.
Per quanto riguarda l’esistente la bozza presenta due varianti.
La prima si riassume nella facoltà di muoversi senza lacci.
Quindi ci si può muovere nelle destinazioni.
Da primaria a secondaria e logicamente il contrario.
Fin qui tutto bene fatta salva la possibilità del Cantone di intervenire con disciplinamenti suppletivi.
Un pericoloso invito a nozze conoscendo la nostra propensione alla burocrazia tanto più con il conforto del Piano Direttore che impone un disciplinamento.
Una eredità del famoso controprogetto del Consiglio Federale che la squadra Weber ha “baipassato” con successo.
E con questa considerazione abbiamo già sconfinato nel secondo tema.
La solerzia dell’apparato!
L’altra variante prevede che il cambiamento di destinazione sia possibile solo in casi di forza maggiore.
La dipartita della nonnina, il licenziamento strutturale, il disinteresse comprovato dalle cifre di una riqualifica e quant’altro.
In poche parole bisognerà chiedere il permesso giustificando con fatti concludenti…
Sempre con l’eventuale spauracchio della burocrazia nostrana.
Inutile dire che ci schiereremo a favore della prima variante.
Libertà senza abusi!
Per quanto riguarda il nuovo possiamo tranquillamente affermare che nei Comuni che superano la quota si costruirà poco o niente.
La condizione di base: si può costruire nuove residenze secondarie, in pratica appartamenti di vacanza, se i proprietari le occupano per brevi periodi oltretutto in stagione moscia.
Gli appartamenti andranno consegnati ad una gestione professionale.
Agenzie oppure uffici del turismo.
In poche parole la limitata godibilità risulterebbe costosa e mortificante.
Tutto quanto per dire che una committenza del genere non rientrerebbe sicuramente nella famiglia “dell’uomo economico”.
Resterebbero i famosi “Apparthôtels” quelli che hanno contribuito non poco a snaturare determinate regioni.
Da queste rapide considerazioni possiamo dire che sarà necessario accordare all’esistente, recente o di nucleo, la massima libertà possibile.
Speriamo per tanto che il nostro Governo abbia ad esprimersi chiaramente in tal senso.
Per il nuovo, il cannotto si è ormai sgonfiato.
Quindi a parte la facoltà, intelligente a nostro parere, di concedere ai residenti la destinazione d’appoggio alla residenza principale, non vediamo particolari vie d’uscita per il nuovo.
Il classico appartamentino di vacanza che arrotondi le disponibilità finanziarie del domiciliato è in realtà l’unico sfogo.
Le altre motivazioni non reggono.
Godibilità limitata, mercato asfittico e prodotti costosi.
Il nostro timore di spazio per la tosatura, zone edificabili in esubero, prende di conseguenza sempre più piede.
Per gli alberghi fatiscenti ed in perdita cronica comprovata, la conversione totale in appartamenti come proposto nella ordinanza ponte, non sarà più possibile.
Prepariamoci quindi ad assistere ad un degrado ancora più pronunciato di taluni stabilimenti a meno che qualche cordata di sapientoni non si diverta, fra una squadra di calcio ed un’altra, a recuperare simili testimonianze.
Per gli stabilimenti poco blasonati la sorte è in parte già segnata.
Per il momento ci fermiamo qui.
Abbiamo ancora tempo per qualche pensata anche se non ci facciamo illusioni.
Le procedure sono teleguidate e si soppesa in genere quello che supporta la proposta in consultazione meglio ancora se la rafforza.

Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini