Da Economia Fondiaria no. 5/2024
Esse sono un pericolo concreto per l’ambiente e per le vostre proprietà! Non è sottacendo il problema che lo si elimina!
Il sommacco non lascia spazio a niente altro
Le piante esotiche invasive sono specie non indigene (provenienti in generale da altri continenti) introdotte intenzionalmente o accidentalmente, che riescono a stabilirsi in natura e che si riproducono massicciamente a scapito delle specie indigene. Secondo gli esperti dell’UICN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) le specie esotiche invasive sono la seconda causa di diminuzione della diversità biologica a livello mondiale.
Negli ultimi anni, complice il surriscaldamento climatico, alcune di queste piante si sono sviluppate enormemente, senza che la popolazione se ne sia veramente resa conto. Il problema è che queste sono piante “invasive” e il termine non è a caso: si diffondono e crescono molto velocemente, a dipendenza della specie sono estremamente resistenti e difficili da eliminare, si insediano nell’ambiente, nei giardini, nelle siepi, appropriandosi del territorio, che solo con grandi o grandissimi sforzi potrà essere ripristinato. Talvolta questo non sarà neanche possibile! Tutto dipenderà dal tipo di pianta, dalle caratteristiche del territorio, dall’efficacia dei metodi di lotta adottati, dagli aspetti finanziari, dall’impegno profuso ecc.
Queste piante colonizzano spazi pubblici e spazi privati. Inspiegabilmente, se ne parla pochissimo, come se il problema si risolvesse da solo! Niente di più sbagliato! In questo contesto, ogni giorno perso è di troppo e permette loro di ulteriormente svilupparsi. Così la lotta e i costi aumenteranno esponenzialmente, ma non solo per il singolo proprietario (e i suoi inquilini) ma anche per i vicini, perché queste piante non conoscono confini e si spostano da un terreno all’altro grazie al vento, agli uccelli, agli animali selvatici, alle loro lunghe e profonde radici, ai rizomi e agli attrezzi non puliti riutilizzati altrove ecc.
La Confederazione ha recentemente dato un nuovo segnale inteso a contrastare la diffusione di queste piante, inserendo nuove specie nella lista delle piante la cui vendita è vietata; fra queste il lauroceraso e le “nostre” palme. Ve ne sono però altre molto più difficili da eliminare, e pure pericolose perché tossiche e allergeniche, come il Sommacco Maggiore, il Panace di Mantegazza e il Senecione sudafricano ecc., la cui vendita è già vietata da tempo.
La lotta e la sensibilizzazione nei confronti di tutte queste piante incombono ai Cantoni e ai Comuni. Purtroppo proprio il Ticino - Cantone dove la vegetazione cresce particolarmente rigogliosa - ha ancora tanto da recuperare! Se in Svizzera Interna la popolazione sembra essere già molto informata, grazie a serate pubbliche, circolari nelle case, cartelloni negli spazi pubblicitari e trasmissioni nei media, qui l’informazione è veramente insufficiente.
La grande maggioranza dei proprietari non sa cosa siano le piante neofite invasive, non le sa riconoscere, non sa se ne ha nel proprio giardino, e men che meno sa come si debba intervenire per eliminarle o contrastarle.
Nel nostro articolo su Economia Fondiaria di settembre-ottobre 2023 vi avevamo segnalato la Guida alle neofite invasive del Dipartimento del Territorio, sempre ancora scaricabile dalla homepage del nostro sito (o del Cantone). La Guida contiene una selezione di piante, fra le quali le più temibili, ma non è esaustiva; ad oggi le piante che rientrano nella lista della Confederazione come invasive o potenzialmente invasive sono infatti un centinaio.
Fra le piante contenute nella lista, si trova la diffusissima Cremesina uva turca (Phytolacca americana) che oltre ad essere difficile da estirpare si diffonde molto facilmente, per non parlare all’ancora più temibile “Sommacco maggiore”, albero che cresce molto fittamente e non lascia più un minimo spazio ad altre specie.
In questo momento ogni pianta di uva turca sta diffondendo migliaia di semi contenuti nelle bacche viola che non potranno assolutamente essere compostate insieme agli scarti vegetali domestici (salvo nel caso che siano consegnati ad un centro di compostaggio professionale che disattiva i semi), pena l’ulteriore diffusione. La Phytolacca americana andrebbe estirpata con la radice quando le piante sono piccole o tagliata 3-4 volte all’anno, sempre prima che produca i fiori, per indebolirla sino al deperimento.
I Comuni dovrebbero incentivare la raccolta separata delle neofite invasive, ad esempio mettendo a disposizione delle benne di raccolta apposite e possibilmente anche del personale qualificato per la consulenza sui metodi di lotta e lo smaltimento delle piante in questione; la loro tipologia comporta infatti trattamenti diversi a seconda della specie. La cura del proprio giardino incombe però in primo luogo al proprietario del fondo, che potrà delegare il compito a persona attrezzata e cognita. Ma tutti devono collaborare attivamente per raggiungere dei buoni risultati!
Particolare prudenza va poi adottata in presenza di terreni che aspettano, magari per anni, di essere edificati: dopo il taglio delle piante per la posa delle modine, grazie alla maggiore presenza di luce la zona viene molto velocemente colonizzata dalle piante invasive, sensibilmente più veloci e forti delle piante autoctone. Lo stesso dicasi quando si tagliano le piante a margine di un bosco: ad esempio i bellissimi castagni vengono subito sostituiti da queste piante… per chi ha proprietà nelle vicinanze è un grosso problema.
Ad aiutarci nel riconoscere le piante invasive e a come combatterle, tornano utili:
- la documentazione informativa del Cantone;
- le schede di InfoFlora che illustrano anche la diffusione delle singole piante;
- un sito elaborato in collaborazione con l’Associazione dei proprietari della Svizzera tedesca (Hauseigentümerverband Schweiz) che permette di identificare le piante e illustra come e quando procedere per contrastarle.
Ailanto a bordo strada e Ailanto in mezzo alla siepe
Trovate maggiori informazioni in internet digitando “piante neofite invasive”. È fortemente raccomandato che i comuni forniscano consulenza approfondita e sensibilizzino attivamente la popolazione con momenti informativi. Parimenti, si raccomanda ai proprietari di attivarsi anche spontaneamente.
Troverete ulteriori informazioni varie anche nel nostro sito che verrà alimentato con nuova documentazione nelle prossime settimane.
Palme e cremesina uva turca
Avv. Renata Galfetti