RACCOMANDATA
Lodevole
Dipartimento del Territorio
Sezione dello sviluppo territoriale
Palazzo governativo
6501 Bellinzona


Lugano, 18 settembre 2018



Procedura di consultazione in merito alla modifica della scheda R7 del piano direttore


Egregi Signori,

La Camera Ticinese dell'Economia Fondiaria (CATEF) Vi ringrazia per essere stata consultata in merito a questo importante argomento e formula di seguito le sue osservazioni.


Considerazioni generali

Facendo leva principalmente sulla Legge federale sulla pianificazione del territorio si propongono ora modifiche sostanziali che possono essere riassunte nella volontà e facoltà da parte del Governo e dei Dipartimenti coinvolti di definire ampliamenti e destinazioni di tutte le zone da lavoro, comunali e regionali.
Per farla breve l’esecutivo si conferisce la facoltà non solo di localizzare ma soprattutto di orientare e segmentare la produzione di beni e servizi, privilegiando se del caso innovazione e valori aggiunti.
Il rischio della prevalenza della politica regionale, della politica ambientale e della politica economica in uno scacchiere di centri urbani, zone di rispetto e di sviluppo, oltretutto affidata all’esecutivo, ci sembra veramente un azzardo.
Con ciò non siamo i difensori delle ciminiere…
Stiamo solo parlando del lavoro, fonte di sostentamento e supporto di tutte le politiche immaginabili, che non può e non deve essere affidato in modo preponderante a tecnocrati, escludendo di fatto le associazioni che rappresentano la propensione all’investimento e le associazioni che rappresentano la forza lavoro; ciò tanto più che traspare sempre più evidente il bozzolo nel quale sono state racchiuse le competenze dei Comuni.
Tutta quanto ci porta a dire che la CATEF propugna il mantenimento delle zone di sviluppo denominate “poli di sviluppo economico” ai sensi della scheda ancora in vigore.
Non fosse possibile per lacci e laccioli vari, oppure “perché così fan tutti”, si auspica la massima collaborazione istituzionalizzata con le associazioni economiche di riferimento e con coloro che rappresentano la forza lavoro allo scopo di poter prendere atto sistematicamente della realtà delle cose e della dinamica dell’economia.


Indirizzi

Per quasi tutte le zone si prospetta un processo di maturazione o di possibile ridimensionamento. La scaletta prevista: zone per il lavoro, comparto produttivo (insieme di fondi a vocazione lavorativa) ed infine il Polo di sviluppo economico.
Per tutti valgono i disposti per i contenuti (specificità delle attività ammesse), controllo delle destinazioni e calibro dei sostegni senza dimenticare eventuali sanzioni (espulsione dal comparto).


Governance

Se alle considerazioni generali ci siamo soffermati sull’indirizzo generale che escludeva di fatto le forze motrici, ora invece le ritroviamo ad un livello inferiore come promotori e sviluppatori (nella maggior parte dei casi come interpreti dei comparti già esistenti) sotto il cappello della governance riconosciuta dai principali portatori d’interesse, in primis comuni e proprietari e condivisa dai nuovi pianificatori cantonali.
Si consegna con ciò la fase intenzionale ai soggetti economici sul terreno accompagnando il tutto con un piano di maturazione condizionato e sugellato con delle convenzioni.
È senz’altro una buona idea ma applicabile a nuovi comparti disegnati per accogliere nuove e “promettevoli” attività, come sappiamo sempre collegate ad una certa dose di rischio ed alla presenza di forze lavorative qualificate per la destinazione auspicata (innovazione, start up e ricerca applicata).
Per il resto sussiste il rischio di complicare le idee e di perdere tempo prezioso con un meccanismo ferruginoso e poco adatto per gestire il cambiamento che già ci vede in ritardo.


Compiti

Non ci dilunghiamo più del tanto.
Prendiamo però atto che i Comuni dovranno adottare comportamenti ed ambizioni all’indirizzo generale della scheda ed assumere un conseguente ruolo attivo nelle varie fasi di consolidamento, progettazione, realizzazione e gestione dei poli di sviluppo.
I poli regionali di sviluppo assumeranno compiti amministrativi e di accompagnamento.
Faranno quindi quello che la legge d’applicazione della legge federale sulla politica regionale dispone, senza facoltà “pianificatorie” e di riscorso.
In merito alla collaborazione fra Dipartimenti del territorio e dell’economia nel fissare indirizzi e quant’altro non siamo in grado di sciogliere la nostra riserva, non conoscendo la forza e la competenza nella fase di definizione e di implementazione.
Come detto ci sembra più opportuno un apporto esterno d’esperienza e la condivisione del fattibile.
Ovviamente con assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti.
Siamo confrontati di fatto con un gigantesco piano regolatore cantonale che verrà approvato indirettamente dalle autorità federali ed affidato in pratica al GOVERNO che ovviamente allo stato attuale delle cose ed anche un domani non potrà accampare attenuanti.

Ci rendiamo conto che il nostro atteggiamento potrà essere interpretato come sterile chiusura oppure semplicemente come difesa di fantomatici interessi.
Ma assicuriamo che non è così.
Ci preoccupano l’arco temporale, lo spazio per intendimenti di giornata e la gestione tecnica.
Soprattutto ora che i Comuni, assieme al legislativo, ci hanno rimesso molto della loro autonomia.

Se le nostre preoccupazioni sembreranno eccessive, rimane la speranza che il telaio regga come pure che i manovratori - che auspichiamo di nuova generazione - riescano ad assemblare le aspettative con la realtà delle cose.
Infine bisogna tener presente che l’economia non può essere relegata a gregario da borraccia oppure governata con percorsi obbligatori e premi di giornata.
Giusto pianificare ed utilizzare parametri plausibili, ma a parer nostro la sala di comando va allargata.

Restiamo ovviamente sempre a disposizione come rappresentanti dell’economia fondiaria per uno scambio di idee e ringraziamo il Governo per averci permesso di esternare i nostri timori e resistenze come sempre in modo aperto, come si conviene quando le dimensioni e le competenze cambiano.

Con distinta stima ed in ossequio ben distintamente vi salutiamo.


La Segretaria Cantonale
Avv. Renata Galfetti

Il Presidente Cantonale
Lic. rer. pol. Gianluigi Piazzini