Sebbene il Virus circoli ancora siamo riusciti ad organizzare la nostra assemblea in presenza. Un segnale senz’altro positivo oscurato però dalla  grossa fetta della popolazione che agevola la diffusione di questo virus aggressivo. Sono i famosi indecisi, difficili comunque da giustificare. C’è chi richiama la costituzione anche se non è scritta da nessuna parte la libertà d’infettare e chi semplicemente invoca molteplici paure. In sintesi v’è da domandarsi dove si situa il concetto dell’interesse comune preponderante e dov’è finita la bilanciatura fra doveri e diritti. Sono quesiti che si presentano in buona parte delle società mature, assopite sotto l’ombrellone della saturazione. Per quanto ci riguarda ci sembra di poter affermare che è doveroso vaccinarsi per poter tornare in qualche modo alla normalità.
Non solo nel riguardo di chi sta al fronte nei luoghi più a rischio, ma anche in quelli di lavoro e di formazione.
Del resto se viviamo una ventina d’anni in più è anche grazie ai vari vaccini!
In verità vi sarebbero ancora due considerazioni di peso da tenere presente.
La messa in pericolo dell’enorme dispendio di mezzi finanziari messi in campo dalle istituzioni, sono i nostri soldi o “pagherò” per le prossime generazioni, e lo smarrimento di tanti malati di patologie importanti esposti al turbine di notizie.
Per farla breve: l’uno vale uno non regge in questa situazione. Chi si chiama fuori si metta in ultima fila.
Da ultimo: forse siamo degli ingenui ma alla fiducia nelle istituzioni, quando la responsabilità del singolo non brilla, non si può far meno!

Certo che questa pandemia ha rovesciato il tavolo e costretto un po’ tutti ad interrogarsi ed a prender coscienza che tutto non sarà più come prima. E ciò proprio in un momento particolare in cui risultava già evidente che il cambiamento epocale era alle porte. È il bicchiere quindi mezzo pieno a patto di saperlo sorseggiare. Ed è quello che stiamo tentando di fare.
Insomma alzare gli occhi ed interrogarci.
Abbiamo capito che la digitalizzazione va padroneggiata il meglio possibile e che sebbene talvolta risulti ostica essa agevola di non poco la gestione amministrativa e la consulenza.
Abbiamo inoltre capito che la nostra presenza politica nella padronanza dei temi è notevole come generalisti ma anche per la prontezza a scendere in picchiata su temi specifici ogni qualvolta si presenti l’occasione.
Dovendo darci una nota potrei destinarmi un buon cinque più come si usava una volta.
Vi è quindi un margine di miglioramento anche se va pur detto che la tratta che ci separa dalla migliore efficacia possibile è la più impegnativa.
Del resto non puntiamo all’eccellenza termine alibi per obiettivi ambiziosi ma difficilmente raggiungibili o raggiungibili solo a scapito del consolidato.
Ciò vale ovviamente per tutti!
Tutto quanto per dire che la pandemia da un certo profilo ci ha costretto ad una salutare verifica interna che ci porterà ad una organizzazione, e ne sono sicuro, migliore.
Intendiamoci non sto a pormi problemi per quanto riguarda il livello conoscitivo.
Siamo preparati e rispettati.
Al punto che diversi attingono alle nostre conoscenze per spacciarle come proprie.
In certi frangenti può anche dare fastidio ma diciamolo pure!
È conoscenza divulgata e pazienza se talvolta la divulgano altri!
Ricordo che l’Avvocato Zeli nell’ultima assemblea ci aveva esortato ad uscire allo scoperto.
Ora non solo siamo costretti ma abbiamo capito che si può fare.
Certo resta sempre aperta la questione chi alimenta la “caldaia” del divulgabile al di fuori della nostra cerchia.
Le notizie e gli aggiornamenti vanno prima prodotti e poi resi agibili, se possibile ad un’ampia cerchia di interessati.
Con Economia Fondiaria, pur scontando i tempi tecnici fra la redazione e la pubblicazione, penso di poter dire che aggiorniamo i soci in modo appropriato sia sugli aspetti politici che su quelli giurisprudenziali.
Ma per dirla fuori dai denti dobbiamo venderci meglio.
Certo dovremo far perno anche sui nostri soci ed il progetto “raggiungiamoli in tempi reali”, come testimoniano le nostre News, è già a buon punto.
Un canale privilegiato da utilizzare con parsimonia solo quando abbiamo la percezione che la superficialità e la strumentalizzazione stiano dilagando.
Per dirla in tedesco: se necessario il richiamo al “Gewehr am Fuss” oppure semplicemente alla salutare curiosità!

Ed ora veniamo ai fatti salienti.

Intanto il processo “pianificatorio” dovrebbe conoscere un impulso notevole se non altro per recuperare il ritardo accumulato. Utilizzo il “condizionale” perché parecchi sono gli interrogativi. Riassumibili nella tenuta delle diverse strutture costrette a implementare in tempi ristretti il contenuto di diversi raccoglitori e schede varie.
Ce la faranno per esempio in due anni ad aggiornare tutti i piani regolatori?
Sono più di 200 fra Comuni ed ex-Comuni, oggi classificati come quartieri.
Non voglio passare per “gufista” ma il sistema non terrà!
A meno che non ci si acconti di una rinfrescata generale.
Ipotesi impossibile alla luce della legge federale e dell’atteggiamento di alcuni funzionari, malgrado siano travolti essi stessi dalla fiumana di condizioni.

Un conto è lavorare con delle “slides” ed un conto è svilupparle e metterle in pratica.
Intanto incomincia ad affiorare che i dezonamenti ci saranno e che andranno indennizzati.
Un guru della pianificazione prospetta un impegno di 100 milioni!
Altro che i miseri 5 milioncini stanziati dal Parlamento dietro indicazione del Governo!
Ci si chiede anche come si potrà limitarne gli effetti del qui “non si costruisce più”.
Come si potrà limitare gli indennizzi, tanto per capirci!
Si congelerà in attesa di un improbabile balzo in avanti della popolazione residente, si pialleranno gli indici di sfruttamento oppure si sposteranno a mo’ di compensazione le edificabilità fra zone od ex-Comuni.
Oppure si cacceranno i quattrini del contribuente, o ancora, si toglieranno i fondi dalle zone edificabili lasciando a bocca asciutta i proprietari… Tante e pesanti domande che meritano risposte chiare!

Resta sempre aperto il discorso “chi fa che cosa, come e dove” in merito allo sviluppo territoriale.
È da brividi lasciarlo in mano a funzionari o a gruppi d’esperti composti ancora da funzionari, magari sempre gli stessi, con qualche ricercatore al guinzaglio!
La società civile e l’economia sono considerate marginali.
E la curiosità è bandita!
La vera umiltà e saggezza è apprendere se non copiare.
Solo che alle nostre latitudini questo principio viene utilizzato per lo più per rafforzare tesi casarecce.
Come promesso la CATEF resterà sul muretto in attesa degli eventi.
Ciò non significa il compiacimento divertito ma la prontezza ad evidenziare vie d’uscita e priorità.

Sempre restando nel tema “sviluppo territoriale” mi permetto segnalare due sovra carichi che possono complicare ulteriormente l’esistenza. Intano le opere che concernono il nostro Cantone sono in buona parte restate sulla carta. Fra progetti ed errori amministrativi, qualcuno anche clamoroso, il grado di realizzazione si sposterà di una generazione. Il tempo di portare il cucciolo alla visita militare!
Noi da tempo abbiamo sottolineato questo aspetto.
Un conto una pensilina od un allungo di copertura!
Diversa una galleria chilometrica di aggiramento.
Nel bel mezzo della definizione del “cosa vorremmo fare da grandi”, demandata o condivisa, vi sono inoltre degli aggiornamenti in atto come la legge di applicazione della Legge federale sulla pianificazione del territorio e la Legge edilizia.
Due corsetti micidiali condivisi dagli addetti ai lavori premiata con la convalida di norme tecniche sempre più stringenti e la blindatura professionale.
Per quanto riguarda la legge edilizia, il vagoncino del consenso era la semplificazione delle procedure che alla luce dei fatti si è praticamente volatilizzata lasciando allo scoperto norme che con la “semplificazione” hanno ben poco a che fare.

Penso che il pericolo dello stallo risulti ora ancora più evidente.
Basterebbe aggiungere alla rete di carico anche i piani settoriali ed i vari PUC.
Il rischio?
A parte la perdita di tempo ed il mantenimento degli aiuti federali vi è l’abbandono dei nuclei originali
Quelli di estrema periferia consegnati in buona parte al degrado e quelli cittadini alle prese con il cambiamento epocale ed esposti alla concorrenza della cintura urbana.
A meno di metterci il cuore in pace e cullarci nella beata certezza della “decrescita felice”!
Chi vivrà verrà!

Un altro tema più volte sottolineato è la diminuzione in atto della popolazione residente permanente. Tutti e due stantuffi hanno perso di pressione.
Quello “naturale” e quello “migratorio”.
Il primo dipende dalle culle vuote e dalla lecita volontà di scampare il più a lungo possibile.
In breve il saldo naturale è negativo, fra l’altro da anni ed in sintonia con altre nazioni.
Una su tutte la confinante Repubblica Italiana.
Il secondo stantuffo, quello della migrazione, non si alza più a sufficienza.
Le entrate non compensano più le uscite.
I due saldi sono quindi negativi.
Un brutto segno anche perché le proiezioni future non lasciano tranquilli.
Quelle cantonali, più ottimistiche, segnalano un leggero aumento entro il 2050, del 2%, mentre quelle federali addirittura un calo di 18'100 abitanti.
Una cittadina “fantasma”!
Alla luce di tali proiezioni quasi quasi ci conviene tirare i dadi!
Ma di sicuro non cresciamo e non cresceremo.

Il piatto forte che accompagna l’antipasto di cui sopra è lo sfitto. Siamo sul tetto dell’Himalaya come da tempo affermiamo.
Noi siamo sicuri che supereremmo le 8000 unità qualora la metodologia del rilevamento applicata venisse migliorata.
Ricordo che sono i Comuni che segnalano quei proprietari che si suppone abbiano dello sfitto e che il grado di diligenza dei proprietari non è sempre dei migliori.
È chiaro quindi che in realtà il risultato ufficiale va corretto al rialzo come minimo del 15% e che il sistema o prima o dopo dovrà venir revisionato.
Ora se rapportassimo la disponibilità sul quanto effettivamente messo a reddito il tasso di sfitto sfonderebbe ogni limite.
Ricordo, e lo diciamo regolarmente, che l’incidenza dell’uso proprio (domicilio o per vacanza) in Ticino è alta sfalsando così ulteriormente l’apprezzamento ed il raffronto.
Per render l’idea il tasso di sfitto di Basilea Città o di Ginevra è tutt’altra cosa e soprattutto non è confrontabile con il nostro.

Come ben sapete siamo impegnati a fronteggiare l’iniziativa del condominio “rossoverde” che intende rendere obbligatorio l’introduzione del formulario per ogni nuovo contratto.
Un formulario inutile alla luce della contrazione della domanda e della produzione che non accenna a diminuire. Sarebbe un atto di sfiducia anche nei confronti del nostro Governo che già oggi lo può rendere obbligatorio qualora il mercato lo giustificasse ed un’occasione irrepetibile per non farsi ridere addosso dall’intera Svizzera.
Ma come, con lo sfitto stellare!

La nostra segretaria cantonale dedicherà uno spazio maggiore al tema nella sua relazione.
Io mi auguro che il popolo ticinese abbia a seguire l’invito a non sostenere l’iniziativa evitando così un secondo formulario che affiancherebbe quello per gli aumenti.
Devo anche ringraziare le associazioni economiche che ci stanno affiancando in questa battaglia.
Non come contrappeso dei sindacati, del resto sempre in cordata, ma semplicemente come convinti assertori di una burocrazia più leggera che faccia per lo meno leva sul divieto di formulari inutili ed invadenti.

Per concludere. La pandemia ci sta mostrando quanto sarà necessario per adeguarci ai tempi e quanto invece andrà difeso come indiscutibile scrigno di competenze.
E sarà proprio la digitalizzazione che ci permetterà di presidiare meglio il territorio in difesa della proprietà.
Abbiamo un vantaggio che si aggiunge alla competenza: sappiamo i contenuti della sostanza e soprattutto la sua dinamica.

Ringrazio il segretariato per l’impegno e per aver retto l’impatto con la pandemia che ha richiesto letture e risposte immediate.
Ricordo il pacato e sereno contributo alla soluzione concordata fra le parti in presenza di commerci in difficoltà per la chiusura forzata.
La struttura ha retto quindi bene segno che è anche condotta bene!
Ringrazio il CD per il supporto anzi meglio per il conforto.
E ringrazio soprattutto voi per l’amicizia che ci dimostrate.
E siccome siete “delegati” oso sperare che siete deputati anche a confermarla anche a nome di tutti.

Vi ringrazio tutte e tutti.