Quando si era giovani si sorrideva quando il nonno con un pizzico di malinconia affermava “fin qui sono arrivato”.
Eppure questa frase scaramantica incomincia ad essere di attualità.
Il VIRUS è in palestra ad allenarsi per dribblare gli anticorpi per fine estate e al limite dell’Europa se le stanno dando di santa ragione.
L’unica certezza è che le guerre convenzionali sono difficili quando gli aggrediti lottano con il coltello in bocca, e ne abbiamo una prova in più.

Due eventi che stanno mettendo in fibrillazione la geopolitica, il libero mercato, il benessere raggiunto da noi e altrove e le certezze sin qui acquisite.
In poche parole, a parte le varie ingerenze, ognuno incomincia a pensare a se stesso spingendosi fino al sogno irrealizzabile dell’autarchia.
Prima IO!
Oppure semplicemente si aggrappa alla convenzione che tanto non succederà niente di irreparabile accompagnato dall’invocazione “e che Iddio ce la mandi buona”.
A parte le emozioni e le aspettative è chiaro che questo trambusto sta mettendo sotto pressione l’economia ed il benessere in generale.
Oltre tutto in un contesto di partenza sempre meno propizio.

Il costo del denaro sta salendo, l’inflazione arrischia di consolidarsi a un livello di cui c’eravamo scordati, il mondo produttivo è alle prese con rincari e ritardi, quello politico si occupa in prevalenza del presente e del consenso immediato senza alzare gli occhi, e la società civile si culla con il termine “resilienza”.
Lasciamo fuori uscio per carità di popolo i cosiddetti opinionisti che ormai esternando su tutto o su tutti.

Quando vengono meno le certezze e si alimentano i dubbi vengono meno anche i valori.
E non solo quelli della convivenza civile e del bene della comunità di destini, ma anche quelli patrimoniali.
L’equazione è molto semplice: tiene il paese, tengono anche i valori!
Un’equazione pertinente per un paese come il nostro a cui piace fare il primo della classe malgrado da tempo fuori classifica. E detto fra di noi un tantino indebitato.

Ora la prima operazione da farsi è quella della scelta dei rappresentanti politici chiamati a delimitare il campo. Quello delle condizioni quadro!
E come sappiamo quando il mare è mosso ci si affida a provetti vogatori ed a nostromi “navigati”.
Siamo ad un anno dalle elezioni cantonali, anzi scontando l’elaborazione e la presentazione delle liste, ancora meno! Noi ci stiamo già preparando.
Sosterremo come sempre le nostre socie ed i nostri soci che hanno accumulato esperienza e passione come pure quelli nuovi che si renderanno disponibili a sostenere la proprietà sotto la nostra bandiera.
In pratica quella dei borghesi e dei moderati.
E noi ci fidiamo in primo luogo delle nostre socie e dei nostri soci!
Dai quali ci aspettiamo senso della misura, buon senso e confronto sereno con l’evidenza dei fatti.
Tutto lì!

Stasera abbiamo con noi i responsabili delle associazioni economiche e con loro abbiamo iniziato a fare squadra.
Stiamo unendo le forze, ovviamente preservando ognuno le proprie autonomie, per cercare di dialogare con il paese mettendoci la faccia senza dover dipendere da intermediari che se possono alimentano la rissa mediatica.
Potremo così parlare liberamente di sostanza e di finanza, di imprenditoria e di commercio.
Potremo parlare di risparmi, di previdenza, di lavoro o più semplicemente di economia.
E spero che questa volontà si rafforzi nell’interesse di tutti.
E se non per oggi almeno per un domani.
Devo dire che in occasione della votazione sull’introduzione del formulario ufficiale alla stipulazione di ogni contratto qualche aiuto sostanzioso l’abbiamo ricevuto a riprova che a fare squadra, stretta o larga che sia, si porta comunque a casa il risultato.

A proposito della citata votazione lasciatemelo dire, anche a nome del segretariato, che voi siete usciti alla grande.
Noi abbiamo suonato i tamburi e messo al vento i gonfaloni.
Siamo talvolta usciti anche come guastatori.
Ma siete voi che avete vinto la battaglia.
Che non era scontata per niente tanto è vero che avete sorpreso mezza Svizzera.

L’obiettivo, e l’avete capito subito, è quello di unire le forze e far cultura senza il parlarsi addosso a “disco rotto” come fanno coloro che additano confortati dalla convinzione dell’IO so e tu NO.
I piccoli oligarchi del pensiero unico. Ideologico e non.

E detto questo vediamo di rispolverare i temi che ci accompagnano da diversi anni.
Possiamo iniziare con la Pianificazione urbanistica.
Pianificazione che ci sembra marci sempre più sul posto cullata da visioni ancora da annodare e da terminologie narcotizzanti.
Il motto del burocrate è: “stiamo lavorando per voi e il nostro compito è maledettamente complesso”.
Sarà pur vero ma stiamo indubbiamente perdendo tempo prezioso.
Di sicuro saremo gli ultimi ad avere il Piano Direttore approvato definitivamente.
Quindi già qui ampiamente fuori tempo massimo.
Potremmo anche parlare dei trasporti i cui progressi sono sotto gli occhi di tutti.
Treni stracolmi ed altri desolatamente vuoti.
Fra qualche anno sapremo l’effetto della tassa di collegamento che mortifica il consumatore ed il lavoratore e conosceremo pure l’estensione delle rasature delle zone edificabili ed i relativi indennizzi.
Nel frattempo si dovranno aggiornate tutti i piani regolatori dopo la richiesta riflessione di cosa si vorrà fare da grandi. Una “classorata” di roba!
Ma da quanto prodotto finora sembrerebbe che la macchina sia pronta a mettersi in moto.
Nel calderone dei lavori in corso abbiamo anche la legge edilizia e la legge d’applicazione della legge federale sulla pianificazione del territorio che dovrebbero rispondere fra le altre cose all’interrogativo “come rilanciare i nuclei tradizionali” che come sappiamo stanno mummificandosi.
Per farla breve siamo a dir poco preoccupati per lo stallo ed i tempi biblici.

Sempre rimanendo nel territorio la recente sentenza del TF in merito ai rustici – che ha introdotto una sanatoria per quelli recuperati fuori zona oltre trent’anni fa - ha calmato di molto le acque con buona pace dei tutori del bello che però deve piacere a loro.
Un buon segnale anche di rispetto per coloro che hanno messo passione e sudore nel recupero sottraendolo così al bosco che tutto cancella.
Ora v’è magari da chiedersi cosa potrebbe succedere del fuori zona sotto i trent’anni.
Demolire, multare o difendere ad oltranza.
Oppure non rompere le scatole e mandare tutti a mungere il lupo!
E voilà spunta anche il lupo!
Rimanendo sulla seconda residenza il tentativo di modificare in peggio la Lex Weber non ha trovato seguito.
Buon per noi che di residenze secondarie ne abbiamo circa 60'000!

Il risanamento degli immobili è un tema nazionale e non solo cantonale. Inutile misurare le larghezze dei balconcini e fotografare piastrelle scheggiate. Gli immobili costruiti prima del 1975 sono considerati superati dalle attuali esigenze anche se assolvono ancora bene il loro compito assicurando nel contempo la pigione moderata. La CATEF postula da anni modelli fattibili, finanziariamente e fiscalmente sostenibili.
Un immobile ha la sua età anche se a suo tempo brillava per attualità.
Quando si passò dal semplice lavello per passare alla cucina “americana”.
O dal posteggio esterno a quello interno oggi però nemico giurato delle portiere.
A sentire certi specialisti quindi buona parte del nostro tessuto d’allora andrebbe in pratica rottamato.
Del resto anche la pianista Sommaruga non è che sia molto propensa a modulare gli interventi in funzione della vetustà.
Vi è poi il grosso problema del diritto di locazione che limita drasticamente lo spazio d’intervento.
Solo che il diritto di locazione è il trampolino prediletto per ogni politico di sinistra.
Quindi scolpito nella roccia.

Un tema che ha infiammato recentemente il dibattito è il reddito locativo. Quel reddito fittizio o fantasma che colpisce la proprietà ad uso proprio sia come residenza primaria e secondaria.
Per i puristi: reddito in natura o parità di trattamento con gli inquilini!
Mettiamoci comunque il cuore in pace.
L’argomento è stato centrifugato per mantenere il sistema così com’è!
Del resto contro l’abrogazione del sistema si sono già schierati i Cantoni compreso il nostro, i progressisti e le banche sotto traccia.
Quest’ultime temono infatti di perdere un argomento per agganciare il cliente, un po’ di debito fa risparmiare imposte (sic) e gli ammortamenti accelerati che potrebbero erodere magari il gruzzolo affidato dallo stesso cliente in gestione.
Per i progressisti o per qualche timorato vorrà dire perdere l’argomento elettorale della detrazione del canone di locazione dal reddito imponibile.
Detrazione fra l’altro impossibile a norma di dottrina, essendo l’affitto considerato una spesa di mantenimento.

Agganciato al tema è anche la prossima revisione generale delle stime sempre che non venga fatta slittare ad una data successiva a quella del 2025.
Non morirebbe poi nessuno.
L’argomento è di attualità anche perché la giovane dirigenza del PS ha ritenuto opportuno presentare un fantomatico piano di rilancio da finanziarsi con oltre 200 milioni aumentando proprio le stime.
Avete sentito bene! Solo a livello cantonale!!!
A dir la verità, probabilmente perché qualcuno del direttorio ha già rizzato il pelo, si è poi corretto il tiro precisando che da colpire erano i palazzoni degli speculatori.
Casse pensioni ed UNIA comprese.
Per la CATEF l’aggiornamento andrà fatto a norma di legge applicando la “prudenzialità” che la sorregge e soprattutto assicurando la neutralità fiscale.
Ciò vorrà dire che le aliquote ed i conteggi per le tasse d’uso andranno adattate alla stima senza puntare ad introiti maggiori per le casse cantonali e comunali.

Per concludere devo ringraziare il segretariato che ha lavorato al limite delle capacità. Dovremo quindi chinarci sulla organizzazione tenendo presente la consulenza sempre più impegnativa che abbraccia ormai l’intera economia fondiaria.
Sentenze a mitraglia e sollecitazioni esterne continue specialmente da parte di coloro che non hanno mai brillato in realizzazioni pilota.
Raffiche di atti parlamentari, petizioni ed iniziative varie è il loro armamentario.
A proposito, se del caso, potremmo anche noi attivare qualche tiro d’avvertimento.
Da qui il nostro continuo invito a significarci il vostro indirizzo elettronico.

Resteranno ovviamente garantite la gratuità della consulenza e la non invasione in campi altrui.
Impegnative non da poco se considero che un buon giurista fattura dai 300 ai franchi 400 all’ora.
Tariffe di categoria!
Sapremmo anche intermediare o procacciare. Abbiamo una barca di relazioni ma che sono confinate per statuto e per nostra volontà nello scrigno della discrezione.
Per farla breve cambiano intensità e tempistica.
Stiamo perciò verificando un po’ il tutto senza strafare. Non c’è di peggio che voler cambiare tutto per poi non cambiare niente.
Stiamo cercando quindi, come una azienda che si rispetti, margini di miglioramento.
Tenendo sempre presente anche la nostra attività e presenza politica che non va in nessun modo sacrificata.
Anzi a norma di statuto sarebbe la più importante.

A proposito di presenza: abbiamo ricostruito il tridente degli anni d’oro. Tre deputati del vostro Consiglio Direttivo siedono ora nel legislativo cantonale. Gli onorevoli Caroni, Terraneo e Käppeli.
Dopo Allidi, Staffieri ed il sottoscritto. Senza dimenticare Orsi, Pjnoia e Canepa, tutti del CD, che hanno assicurato le staffette.
E se dovesse ripresentarsi il Vostro vice- presidente Avv. Padlina, oggi subentrante, l’anno prossimo aggiungeremmo un dente in più al tridente.

Per quanto riguarda le nomine vi anticipo che solleciterò ancora la Vostra fiducia come pure i membri del CD fatto salvo l’Avv. Zanetti e l’Ing. Minoli che hanno deciso di non più ripresentarsi.
A loro va tutta la nostra riconoscenza per avere presidiato per tanti anni il “Bellinzonese” difendendo la nostra causa irrobustendo nel contempo la sezione.
Per quanto mi riguarda è l’ultima volta.
E penso che qualcuno del CD possa poi un domani accompagnarmi mollando il sacco come si suol dire.
L’entusiasmo per la causa è ancora intatto ma il passo non è più scattante, anzi incomincia ad essere incerto.
Con l’anagrafe non si scherza.
Ma la prossima votazione cantonale e la battaglia sulle stime non voglio proprio perderle.
La legge sulla stima fra l’altro l’ho vista nascere dato che presiedevo la Commissione deputata al suo aggiornamento. Ho una “valigiata” di reperti da riesumare.
Non pallottole spuntate.

Ringrazio tutte e tutti per la pazienza e l’amicizia. Ringrazio gli ospiti che hanno onorato la nostra assemblea, il PARADENSTURM, e le collaboratrici Cinzia e Fabiola del segretariato e colei che lo dirige l’Avvocato Galfetti assistita dalla valida collaboratrice giuridica Avv. Stojkova.